I Corinzi 9 IRB20
1. Non sono io libero? Non sono io apostolo? Non ho visto Gesù, il nostro Signore? Non siete voi l’opera mia nel Signore?
2. Se per altri non sono apostolo, lo sono almeno per voi, perché il sigillo del mio apostolato siete voi, nel Signore.
3. Questa è la mia difesa di fronte a quelli che mi sottopongono a inchiesta.
4. Non abbiamo noi il diritto di mangiare e di bere?
5. Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?
6. O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?
7. Chi è mai che fa il soldato a proprie spese? Chi è che pianta una vigna e non ne mangia del frutto? O chi è che pasce un gregge e non si ciba del latte del gregge?
8. Dico io queste cose secondo l’uomo? Non le dice anche la legge?
9. Difatti, nella legge di Mosè è scritto: “Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano”. Forse che Dio si dà pensiero dei buoi?
10. O non dice così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così, perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza d’averne la sua parte.
11. Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali?
12. Se altri hanno questo diritto su voi, non l’abbiamo noi molto più? Ma noi non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo all’evangelo di Cristo.
13. Non sapete voi che quelli che fanno il servizio sacro mangiano di ciò che è offerto nel tempio? E che coloro i quali attendono all’altare, hanno parte all’altare?
14. Così ancora, il Signore ha ordinato che coloro i quali annunciano l’evangelo vivano dell’evangelo.
15. Io però non ho fatto alcun uso di questi diritti e non ho scritto questo perché si faccia così a mio riguardo, poiché preferirei morire, anziché vedere qualcuno rendere vano il mio vanto.
16. Perché se io evangelizzo, non devo vantarmi, poiché necessità me n’è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!
17. Se lo faccio volenterosamente, ne ho ricompensa, ma, se non lo faccio volenterosamente, è pur sempre un’amministrazione che mi è affidata.
18. Qual è dunque la mia ricompensa? Questa: che, annunciando l’evangelo, io offra l’evangelo gratuitamente, senza valermi del diritto che mi dà l’evangelo.
19. Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero;
20. con i Giudei, mi sono fatto Giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge e
21. con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (benché io non sia senza legge riguardo a Dio, ma sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge.
22. Con i deboli mi sono fatto debole, per guadagnare i deboli; mi faccio ogni cosa a tutti, per salvarne a ogni modo alcuni.
La corsa e la lotta del cristiano23. E faccio tutto per l’evangelo, al fine di esserne partecipe insieme con altri.
24. Non sapete voi che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo.
25. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile, ma noi, una incorruttibile.
26. Io quindi corro, ma non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria;
27. anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia squalificato.