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I Tessalonicesi 2 DB1885

« Carattere dell'apostolato di Paolo in Tessalonica

1. PERCIOCCHÈ voi stessi sapete, fratelli, che la nostra entrata fra voi non è stata vana.

2. Anzi, benchè prima avessimo, come sapete, patito, e fossimo stati ingiuriati in Filippi, pur ci siamo francamente inanimati nell'Iddio nostro, da annunziarvi l'evangelo di Dio, con molto combattimento.

3. Poichè la nostra esortazione non procede da inganno, nè da impurità; e non è con frode.

4. Anzi, come siamo stati approvati da Dio, per fidarci l'Evangelo; così parliamo, non come per piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.

5. Perciocchè ancora noi non abbiamo giammai usato parlar lusinghevole, come voi sapete, nè occasione d'avarizia; Iddio ne è testimonio.

6. Nè abbiamo cercato gloria dagli uomini, nè da voi, nè da altri, benchè potessimo usar gravità, come apostoli di Cristo.

7. Ma siamo stati mansueti fra voi, come una balia, che alleva teneramente i suoi propri figliuoli.

8. In questa maniera, avendovi sommamente cari, eravamo mossi di buona volontà a comunicarvi, non sol l'evangelo di Dio, ma ancora le nostre proprie anime; perchè ci eravate diletti.

9. Perciocchè, fratelli, voi vi ricordate della nostra fatica, e travaglio; poichè, lavorando giorno e notte, per non gravare alcun di voi, abbiam predicato in mezzo a voi l'Evangelo di Dio.

10. Voi siete testimoni, e Dio ancora, come ci siam portati santamente, e giustamente, e senza biasimo, inverso voi che credete.

11. Siccome voi sapete che, come un padre i suoi figliuoli, noi abbiamo esortato, e consolato ciascun di voi;

12. e protestato che camminiate condegnamente a Dio, che vi chiama al suo regno e gloria.

13. Perciò ancora, noi non restiamo di render grazie a Dio, di ciò che, avendo ricevuta da noi la parola della predicazione di Dio, voi l'avete raccolta, non come parola d'uomini; ma, siccome è veramente, come parola di Dio, la quale ancora opera efficacemente in voi che credete.

14. Poichè voi, fratelli, siete divenuti imitatori delle chiese di Dio, che son nella Giudea, in Cristo Gesù; perciocchè ancora voi avete sofferte da quei della vostra nazione le medesime cose ch'essi da' Giudei.

15. I quali ed hanno ucciso il Signor Gesù, e i lor propri profeti; e ci hanno scacciati, e non piacciono a Dio, e son contrari a tutti gli uomini;

Desiderio di Paolo di rivedere i Tessalonicesi. Sua gioia e suoi voti per le notizie recategli da Timoteo

16. divietandoci di parlare a' Gentili, acciocchè sieno salvati; affin di colmar sempre la misura de  'lor peccati; or l'ira è venuta sopra loro fino all'estremo.

17. OR noi, fratelli, orbati di voi per un momento di tempo, di faccia, e non di cuore, ci siam vie più studiati di veder la vostra faccia, con molto desiderio.

18. Perciò, siam voluti, io Paolo almeno, una e due volte, venire a voi; ma Satana ci ha impediti.

19. Perciocchè, quale è la nostra speranza, o allegrezza, o corona di gloria? non siete dessa ancora voi, nel cospetto del Signor nostro Gesù Cristo, nel suo avvenimento?

20. Poichè voi siete la nostra gloria ed allegrezza.

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