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2 Cronache 29 NR06

« Ezechia, re di Giuda; purificazione del tempio

1. Ezechia aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò ventinove anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abiia, figlia di Zaccaria.

2. Egli fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, proprio come aveva fatto Davide suo padre.

3. Nel primo anno del suo regno, nel primo mese, riaprì le porte della casa del Signore e le restaurò.

4. Fece venire i sacerdoti e i Leviti, li radunò sulla piazza orientale

5. e disse loro: «Ascoltatemi, o Leviti! Ora santificatevi e santificate la casa del Signore, Dio dei vostri padri, e portate fuori dal santuario ogni immondezza.

6. I nostri padri infatti sono stati infedeli e hanno fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio, lo hanno abbandonato, hanno cessato di volgere la faccia verso la casa del Signore e gli hanno voltato le spalle.

7. Hanno chiuso le porte del portico, hanno spento le lampade, non hanno più bruciato profumi né offerto olocausti nel santuario del Dio d’Israele.

8. Perciò l’ira del Signore ha colpito Giuda e Gerusalemme; egli li ha abbandonati alle oppressioni, alla desolazione e agli scherni, come vedete con i vostri occhi.

9. Ed ecco, per questo i nostri padri sono periti di spada e i nostri figli, le nostre figlie e le nostre mogli sono deportati.

10. Ora io ho in cuore di fare un patto con il Signore, Dio d’Israele, affinché la sua ira ardente si allontani da noi.

11. Figli miei, non siate negligenti; perché il Signore ha scelto voi affinché stiate davanti a lui per servirlo, per essere suoi ministri e per offrirgli incenso».

12. Allora i Leviti si alzarono: Maat, figlio di Amasai, Ioel, figlio di Azaria dei figli di Cheat. Dei figli di Merari: Chis, figlio di Abdi, e Azaria, figlio di Iealleleel. Dei Ghersoniti: Ioà, figlio di Zimma, e Eden, figlio di Ioa.

13. Dei figli di Elisafan: Simri e Ieiel. Dei figli di Asaf: Zaccaria e Mattania.

14. Dei figli di Eman: Ieiel e Simei. Dei figli di Iedutun: Semaia e Uzziel.

15. Essi riunirono i loro fratelli e, dopo essersi santificati, vennero a purificare la casa del Signore, secondo l’ordine del re, conformemente alle parole del Signore.

16. I sacerdoti entrarono nell’interno della casa del Signore per purificarla e portarono fuori, nel cortile della casa del Signore, tutte le immondezze che trovarono nel tempio del Signore; i Leviti le presero per portarle fuori e gettarle nel torrente Chidron.

17. Cominciarono queste purificazioni il primo giorno del primo mese, e l’ottavo giorno dello stesso mese vennero al portico del Signore; impiegarono otto giorni per purificare la casa del Signore. Il sedicesimo giorno del primo mese avevano finito.

18. Allora andarono dal re Ezechia, nel suo palazzo, e gli dissero: «Abbiamo purificato tutta la casa del Signore, l’altare degli olocausti con tutti i suoi utensili, la tavola dei pani di presentazione con tutti i suoi utensili.

19. Abbiamo pure rimesso in buono stato e purificato tutti gli utensili che il re Acaz aveva profanati durante il suo regno, quando si rese infedele; ed ecco, stanno davanti all’altare del Signore».

Ezechia ristabilisce il culto nel tempio

20. Allora Ezechia, alzatosi presto, riunì i capi della città e salì alla casa del Signore.

21. Essi condussero sette tori, sette montoni, sette agnelli e sette capri come sacrificio per il peccato, in favore del regno, del santuario e di Giuda. E il re ordinò ai sacerdoti, figli di Aaronne, di offrirli sull’altare del Signore.

22. I sacerdoti scannarono i buoi, ne raccolsero il sangue e lo sparsero sull’altare. Scannarono i montoni e ne sparsero il sangue sull’altare; scannarono gli agnelli e ne sparsero il sangue sull’altare.

23. Poi condussero i capri del sacrificio per il peccato davanti al re e all’assemblea, e questi posarono su di loro le mani.

24. I sacerdoti li scannarono e ne offrirono il sangue sull’altare come sacrificio per il peccato, per fare l’espiazione dei peccati di tutto Israele; poiché il re aveva ordinato che si offrissero l’olocausto e il sacrificio per il peccato in favore di tutto Israele.

25. Il re stabilì i Leviti nella casa del Signore, con cembali, con saltèri e con cetre, secondo l’ordine di Davide, di Gad, il veggente del re, e del profeta Natan; poiché tale era il comandamento dato dal Signore per mezzo dei suoi profeti.

26. E i Leviti presero il loro posto con gli strumenti di Davide, e i sacerdoti, con le trombe.

27. Allora Ezechia ordinò che si offrisse l’olocausto sull’altare; e nel momento in cui si cominciò l’olocausto, cominciò pure il canto del Signore e il suono delle trombe, con l’accompagnamento degli strumenti di Davide, re d’Israele.

28. Tutta l’assemblea s’inchinò, e i cantori cominciarono a cantare e le trombe a suonare; tutto questo continuò fino alla fine dell’olocausto.

29. Quando l’offerta dell’olocausto fu finita, il re e tutti quelli che erano con lui s’inchinarono e si prostrarono.

30. Poi il re Ezechia e i capi ordinarono ai Leviti di celebrare le lodi del Signore con le parole di Davide e del veggente Asaf; e quelli le celebrarono con gioia, e s’inchinarono e si prostrarono.

31. Allora Ezechia disse: «Ora che vi siete consacrati al Signore, avvicinatevi e offrite vittime e sacrifici di ringraziamento nella casa del Signore». E l’assemblea condusse vittime e offrì sacrifici di ringraziamento; e tutti quelli che avevano il cuore ben disposto offrirono olocausti.

32. Il numero degli olocausti offerti dall’assemblea fu di settanta buoi, cento montoni, duecento agnelli: tutto per l’olocausto al Signore.

33. Furono pure consacrati seicento buoi e tremila pecore.

34. Ma i sacerdoti erano troppo pochi e non potevano scorticare tutti gli olocausti; perciò i loro fratelli, i Leviti, li aiutarono finché l’opera fu compiuta e finché gli altri sacerdoti si furono santificati; perché i Leviti avevano messo più zelo dei sacerdoti nel santificarsi.

35. C’era pure abbondanza di olocausti, oltre ai grassi dei sacrifici di riconoscenza e alle libazioni degli olocausti. Così fu ristabilito il servizio della casa del Signore.

36. Ezechia e tutto il popolo si rallegrarono che Dio avesse ben disposto il popolo, perché la cosa si era fatta senza titubanza.

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