II Corinzi 10 IRB20
1. Io poi, Paolo, vi esorto per la mansuetudine e la mitezza di Cristo, io, che quando sono presente fra voi sono umile, ma quando sono assente sono ardito verso di voi,
2. vi prego di non obbligarmi, quando sarò presente, a procedere arditamente con quella fermezza con la quale intendo agire contro taluni che pensano che noi camminiamo secondo la carne.
3. Perché, sebbene camminiamo nella carne, non combattiamo secondo la carne,
4. infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze,
5. poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva contro la conoscenza di Dio, e facciamo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo,
6. e siamo pronti a punire ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà completa.
7. Voi guardate all’apparenza delle cose. Se uno confida dentro di sé di essere di Cristo, consideri anche questo dentro di sé: che come egli è di Cristo, così lo siamo anche noi.
8. Infatti, se anche volessi vantarmi un po’ di più dell’autorità che il Signore ci ha data per l’edificazione vostra e non per la vostra rovina, non ne sarei svergognato.
9. Dico questo perché non sembri che io cerchi d’intimidirvi con le mie lettere.
10. Qualcuno infatti dice: “Le sue lettere sono gravi e forti, ma la sua presenza personale è debole, e la sua parola è cosa da nulla”.
11. Quel tale sappia per certo che quali siamo a parole, per via di lettere, quando siamo assenti, tali saremo anche a fatti quando saremo presenti.
12. Poiché noi non osiamo annoverarci o paragonarci con certuni che si raccomandano da sé, i quali però, misurandosi alla propria misura e paragonandosi con sé stessi, sono senza intelligenza.
13. Noi, invece, non ci vanteremo oltre misura, ma entro la misura del campo di attività di cui Dio ci ha segnato i limiti, dandoci di giungere anche fino a voi.
14. Infatti, noi non ci estendiamo oltre il dovuto, quasi che non fossimo giunti fino a voi, perché siamo realmente giunti fino a voi con l’evangelo di Cristo,
15. né ci vantiamo oltre misura di fatiche altrui, ma nutriamo la speranza che, mentre cresce la vostra fede, noi saremo tenuti, entro i nostri limiti, in maggiore considerazione da voi,
16. in modo da evangelizzare anche i paesi che sono al di là del vostro e da non vantarci, entrando nel campo altrui, di cose già preparate.
17. Ma chi si vanta, si vanti nel Signore.
18. Poiché non colui che raccomanda sé stesso è approvato, ma colui che il Signore raccomanda.