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II Corinzi 12 IRB20

« Visioni sublimi e infermità umilianti

1. Bisogna vantarsi? non è cosa buona, tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore.

2. Io conosco un uomo in Cristo, che quattordici anni fa - se fu con il corpo non so né so se fu senza il corpo, Dio lo sa - fu rapito fino al terzo cielo.

3. So che quel tale - se fu con il corpo o senza il corpo non so,

4. Dio lo sa - fu rapito in paradiso e udì parole ineffabili che non è lecito all’uomo pronunciare.

5. Di quel tale io mi vanterò, ma di me stesso non mi vanterò se non delle mie debolezze.

6. Che, se pur volessi vantarmi, non sarei un pazzo, perché direi la verità, ma me ne astengo, perché nessuno mi stimi oltre quello che mi vede essere o sente da me.

7. E, perché io non avessi a insuperbire a motivo dell’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca.

8. Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me

9. ed egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”. Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su me.

Disinteresse dell’apostolo Paolo

10. Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo perché, quando sono debole, allora sono forte.

11. Sono diventato pazzo; siete voi che mi ci avete costretto, poiché io avrei dovuto essere da voi raccomandato e perché in nulla sono stato da meno di quei sommi apostoli, benché io non sia nulla.

12. Certo, i segni dell’apostolo sono stati manifestati in atto fra voi nella perseveranza a tutta prova, nei miracoli, nei prodigi e opere potenti.

13. In che cosa siete stati ritenuti inferiori rispetto alle altre chiese, se non nel fatto che io stesso non vi sono stato di aggravio? Perdonatemi questo torto!

14. Ecco, questa è la terza volta che sono pronto a venire da voi e non vi sarò di peso, poiché io non cerco i vostri beni, ma voi; perché non sono i figli che devono accumulare per i genitori, ma i genitori per i figli.

15. E io molto volentieri spenderò e sarò speso per le anime vostre. Se io vi amo tanto, devo essere da voi amato di meno?

16. Ma sia pure così, che io non vi sia stato di peso, ma, forse, da uomo astuto, vi ho presi con l’inganno.

17. Mi sono io approfittato di voi per mezzo di qualcuno di quelli che io vi ho mandato?

18. Ho pregato Tito di venire da voi e ho mandato quell’altro fratello con lui. Tito si è forse approfittato di voi? Non abbiamo noi camminato con il medesimo spirito e seguito le medesime orme?

19. Da tempo voi v’immaginate che noi ci difendiamo davanti a voi. È davanti a Dio, in Cristo, che noi parliamo e tutto questo, carissimi, per la vostra edificazione.

20. Poiché io temo, quando verrò, di trovarvi non quali vorrei e di essere io stesso da voi trovato quale non mi vorreste; temo che vi siano tra voi contese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, tumulti;

21. e che al mio arrivo il mio Dio abbia di nuovo a umiliarmi davanti a voi e io debba piangere per molti di quelli che hanno peccato precedentemente e non si sono ravveduti dell’impurità, della fornicazione e della dissolutezza a cui si erano dati.

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