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2 Re 4 IRB20

« Miracoli d’Eliseo. L’olio della vedova

1. Una donna, moglie di uno dei discepoli dei profeti, gridò a Eliseo: “Mio marito, tuo servo, è morto; e tu sai che il tuo servo temeva l’Eterno. Il suo creditore è venuto per prendersi come schiavi i miei due figli”.

2. Eliseo le disse: “Che devo fare per te? Dimmi; che cosa hai in casa?”. Lei rispose: “La tua serva non ha nulla in casa, tranne un vasetto d’olio”.

3. Allora lui disse: “Va’ fuori, chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini dei vasi vuoti; e non ne chiedere pochi.

4. Poi torna, chiudi la porta dietro di te e ai tuoi figli, e versa dell’olio in tutti quei vasi; man mano che saranno pieni, falli mettere da parte”.

5. La donna si allontanò da lui e si chiuse in casa con i figli; questi le portavano i vasi e lei vi versava l’olio.

6. Quando i vasi furono pieni, disse a suo figlio: “Portami ancora un vaso”. Lui le rispose: “Non ci sono più vasi”. E l’olio si fermò.

Il figlio della Sunamita riportato in vita

7. Allora lei andò e riferì tutto all’uomo di Dio, che le disse: “Va’ a vendere l’olio, e paga il tuo debito; e di quello che resta sostèntati tu e i tuoi figli”.

8. Un giorno Eliseo passava per Sunem, dove c’era una donna ricca che lo trattenne con premura perché mangiasse da lei; e tutte le volte che passava di là, andava a mangiare da lei.

9. Lei disse a suo marito: “Ecco, io sono convinta che quest’uomo che passa sempre da noi, è un santo uomo di Dio.

10. Ti prego, facciamogli costruire, di sopra, una piccola camera in muratura, e mettiamoci per lui un letto, un tavolino, una sedia e un candeliere, affinché, quando verrà da noi, lui vi si possa ritirare”.

11. Così, un giorno che egli giunse a Sunem, si ritirò su in quella camera, e vi dormì.

12. E disse a Gheazi, suo servo: “Chiama questa Sunamita”. Lui la chiamò, e lei si presentò davanti a lui.

13. Eliseo disse a Gheazi: “Ora dille così: ‘Ecco, tu hai avuto per noi tutta questa premura; che cosa si può fare per te? Hai bisogno che si parli per te al re o al capo dell’esercito?’”. Lei rispose:

14. “Io vivo in mezzo al mio popolo”. Ed Eliseo disse: “Che cosa si potrebbe fare per lei?”. Gheazi rispose: “In verità lei non ha figli, e suo marito è vecchio”.

15. Eliseo gli disse: “Chiamala!”. Gheazi la chiamò, e lei si presentò alla porta.

16. Ed Eliseo le disse: “L’anno prossimo, in questo stesso tempo, tu abbraccerai un figlio”. Lei rispose: “No, mio signore, tu che sei un uomo di Dio, non ingannare la tua serva!”.

17. E questa donna concepì e partorì un figlio, in quello stesso tempo, l’anno dopo, come Eliseo le aveva detto.

18. Il bambino si fece grande; e, un giorno che era uscito per andare da suo padre fra i mietitori,

19. disse a suo padre: “Oh! la mia testa! la mia testa!”. Il padre disse al suo servo: “Portalo a sua madre!”.

20. Il servo lo portò via e lo portò a sua madre. Il fanciullo rimase sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì.

21. Allora lei salì, lo adagiò sul letto dell’uomo di Dio, chiuse la porta, e uscì.

22. Poi chiamò suo marito e gli disse: “Ti prego, mandami uno dei servi e un’asina, perché voglio correre dall’uomo di Dio, e tornare”.

23. Il marito le chiese: “Perché vuoi andare da lui quest’oggi? Non è il novilunio, e non è sabato”. Lei rispose: “Lascia fare!”.

24. Poi fece sellare l’asina e disse al suo servo: “Guidala, e tira via; non mi fermare per strada, a meno che non te lo dica io”.

25. Lei dunque partì, e giunse dall’uomo di Dio, sul monte Carmelo. E appena l’uomo di Dio la vide da lontano, disse a Gheazi, suo servo: “Ecco la Sunamita che viene!

26. Ti prego, corri a incontrarla, e dille: ‘Stai bene? Sta bene tuo marito? E il bimbo sta bene?’”. Lei rispose: “Stanno bene”.

27. E quando fu giunta dall’uomo di Dio, sul monte, gli abbracciò i piedi. Gheazi si avvicinò per respingerla; ma l’uomo di Dio disse: “Lasciala stare, poiché la sua anima è in amarezza, l’Eterno me lo ha nascosto, e non me lo ha rivelato”.

28. La donna disse: “Avevo forse domandato al mio signore un figlio? Non ti dissi: ‘Non mi ingannare?’”.

29. Allora Eliseo disse a Gheazi: “Cingiti i fianchi, prendi in mano il mio bastone, e parti. Se ti imbatti in qualcuno, non lo salutare; e se qualcuno ti saluta, non gli rispondere; e poserai il mio bastone sulla faccia del ragazzo”.

30. La madre del ragazzo disse a Eliseo: “Com’è vero che l’Eterno vive, e che vive l’anima tua, io non ti lascerò”. Ed Eliseo si alzò e andò con lei.

31. Gheazi, che li aveva preceduti, pose il bastone sulla faccia del fanciullo, ma non ci fu né voce né alcun segno di vita. Tornò quindi incontro a Eliseo e gli riferì la cosa, dicendo: “Il ragazzo non si è svegliato”.

32. E quando Eliseo arrivò in casa, ecco che il fanciullo era morto e adagiato sul suo letto.

33. Egli entrò, si chiuse dentro con il ragazzo, e pregò l’Eterno.

34. Poi salì sul letto e si coricò sul fanciullo: pose la sua bocca sulla bocca di lui, i suoi occhi sugli occhi di lui, le sue mani sulle mani di lui; si distese sopra di lui, e il corpo del ragazzo si riscaldò.

35. Poi Eliseo si allontanò, andò qua e là per la casa; poi risalì e si stese di nuovo sopra il ragazzo; e il ragazzo starnutì sette volte e aprì gli occhi.

36. Allora Eliseo chiamò Gheazi, e gli disse: “Chiama questa Sunamita”. Egli la chiamò e, appena lei fu giunta da Eliseo, questi le disse: “Prendi tuo figlio”.

La minestra risanata

37. E lei entrò, gli si gettò ai piedi, e si prostrò a terra; poi prese suo figlio, e uscì.

38. Eliseo se ne tornò a Ghilgal, e nel paese c’era carestia. Mentre i discepoli dei profeti stavano seduti davanti a lui, egli disse al suo servo: “Metti la pentola grande al fuoco, e cuoci una minestra per i discepoli dei profeti”.

39. Uno di questi uscì fuori nei campi per cogliere delle erbe; trovò una specie di vite selvatica, ne colse delle coloquintidi, e se ne riempì la veste. Al suo ritorno le tagliò a pezzi nella pentola dove era la minestra; perché non si sapeva che cosa fossero.

40. Poi versarono della minestra a quegli uomini perché mangiassero; ma appena l’ebbero assaggiata, esclamarono: “C’è la morte nella pentola, o uomo di Dio!”. E non ne poterono mangiare.

La moltiplicazione dei pani

41. Eliseo disse: “Allora, portatemi della farina!”. La gettò nella pentola, e disse: “Versatene a questa gente perché mangi”. E non c’era più nulla di cattivo nella pentola.

42. Giunse poi un uomo da Baal-Salisa, che portò all’uomo di Dio del pane delle primizie: venti pani d’orzo e del grano nuovo nella sua bisaccia. Eliseo disse al suo servo: “Danne alla gente perché mangi”.

43. Egli rispose: “Come faccio a mettere questo davanti a cento persone?”. Ma Eliseo disse: “Danne alla gente perché mangi; perché così dice l’Eterno: ‘Mangeranno, e ne avanzerà’”.

44. Così egli mise quelle provviste davanti alla gente, che mangiò e ne lasciò di avanzo, secondo la parola dell’Eterno.

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