II Timoteo 4 DB1885
1. Io adunque ti protesto, nel cospetto di Dio, e del Signor Gesù Cristo, il quale ha da giudicare i vivi ed i morti, nella sua apparizione, e nel suo regno,
2. che tu predichi la parola, che tu faccia instanza a tempo, e fuor di tempo; riprendi, sgrida, esorta, con ogni pazienza, e dottrina.
3. Perciocchè verrà il tempo, che non comporteranno la sana dottrina; ma, pizzicando loro gli orecchi, si accumuleranno dottori, secondo i lor propri appetiti:
4. e rivolteranno le orecchie dalla verità, e si volgeranno alle favole.
S. Paolo prevede la prossima sua fine e chiama Timoteo a sè. Notizie di varie persone. Saluti finali5. Ma tu sii vigilante in ogni cosa, soffri afflizioni, fa' l'opera d'evangelista, fa' appieno fede del tuo ministerio.
6. PERCIOCCHÈ, quant'è a me, ad ora son per essere offerto a guisa d'offerta da spandere, e soprastà il tempo della mia tornata a casa.
7. Io ho combattuto il buon combattimento, io ho finito il corso, io ho serbata la fede.
8. Nel rimanente, mi è riposta la corona della giustizia, della quale mi farà in quel giorno retribuzione il Signore, il giusto Giudice; e non solo a me, ma a tutti coloro ancora che avranno amata la sua apparizione.
9. Studiati di venir tosto a me.
10. Perciocchè Dema mi ha lasciato, avendo amato il presente secolo, e se n'è andato in Tessalonica; Crescente in Galazia, Tito in Dalmazia.
11. Luca è solo meco; prendi Marco, e menalo teco; perciocchè egli mi è molto utile al ministerio.
12. Or io ho mandato Tichico in Efeso.
13. Quando tu verrai, porta la cappa che io ho lasciata in Troade, appresso di Carpo; ed i libri, principalmente le pergamene.
14. Alessandro, il fabbro di rame, mi ha fatto del male assai; gli renderà il Signore secondo le sue opere.
15. Da esso ancora tu guardati; perciocchè egli ha grandemente contrastato alle nostre parole.
16. Niuno si è trovato meco nella mia prima difesa; ma tutti mi hanno abbandonato; non sia loro imputato.
17. Ma il Signore è stato meco, e mi ha fortificato; acciocchè la predicazione fosse per me appieno accertata, e che tutti i Gentili l'udissero; ed io sono stato liberato dalla gola del leone.
18. E il Signore mi libererà ancora da ogni mala opera e mi salverà, e raccorrà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria ne' secoli de' secoli. Amen.
19. Saluta Priscilla ed Aquila, e la famiglia d'Onesiforo.
20. Erasto è rimasto in Corinto, ed io ho lasciato Trofimo infermo in Mileto.
21. Studiati di venire avanti il verno. Eubulo, e Pudente, e Lino, e Claudia, e tutti i fratelli ti salutano.
22. Sia il Signor Gesù Cristo con lo spirito tuo. La grazia sia con voi. Amen.