Daniele 4 IRB20
1. “Il re Nabucodonosor a tutti i popoli, a tutte le nazioni e lingue, che abitano su tutta la terra. La vostra pace abbondi.
2. Mi è sembrato bene di far conoscere i segni e i prodigi che l’Iddio altissimo ha fatto per me.
3. Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.
4. Io, Nabucodonosor, stavo tranquillo in casa mia e fiorente nel mio palazzo.
5. Ebbi un sogno che mi spaventò; i pensieri che mi assalivano mentre ero a letto e le visioni del mio spirito mi riempirono di terrore.
6. Diedi ordine di condurre davanti a me tutti i saggi di Babilonia, perché mi facessero conoscere l’interpretazione del sogno.
7. Allora vennero i magi, gli incantatori, i Caldei e gli astrologi; io dissi loro il sogno, ma essi non poterono farmene conoscere l’interpretazione.
8. Alla fine si presentò davanti a me Daniele, che si chiama Baltazzar, dal nome del mio dio e nel quale è lo spirito degli dèi santi; e io gli raccontai il sogno:
9. ‘Baltazzar, capo dei magi, siccome io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti mette in difficoltà, dimmi le visioni che ho avuto nel mio sogno e la loro interpretazione.
10. Ecco le visioni della mia mente mentre ero a letto. Io guardavo, ed ecco un albero in mezzo alla terra, la cui altezza era grande.
11. L’albero era cresciuto e diventato forte, la sua cima giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità di tutta la terra.
12. Il suo fogliame era bello, il suo frutto abbondante, in esso c’era nutrimento per tutti. Le bestie dei campi si rifugiavano sotto la sua ombra, gli uccelli del cielo abitavano fra i suoi rami e ogni creatura era nutrita da esso.
13. Nelle visioni della mia mente, mentre ero a letto, io guardavo, ed ecco che uno dei santi veglianti scese dal cielo,
14. gridò con forza, dicendo così: - Abbattete l’albero e tagliatene i rami; scuotetene il fogliame e disperdetene il frutto; fuggano gli animali sotto di lui e gli uccelli dai suoi rami!
15. Però, lasciate in terra il ceppo delle sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, fra l’erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia con gli animali la sua parte di erba della terra.
16. Gli sia cambiato il cuore; al posto di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia, e passino su di lui sette tempi.
17. La cosa è decretata dai veglianti e la sentenza emanata dai santi, affinché i viventi conoscano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini, che egli lo dà a chi vuole e vi innalza l’infimo degli uomini - .
18. Questo è il sogno che io, il re Nabucodonosor, ho fatto; ora tu, Baltazzar, danne l’interpretazione, poiché nessuno dei saggi del mio regno me lo può interpretare; ma tu puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te’”.
19. Allora Daniele, il cui nome è Baltazzar, rimase per un momento stupefatto e i suoi pensieri lo spaventavano. Il re prese a dire: “Baltazzar, il sogno e l’interpretazione non ti spaventino!”. Baltazzar rispose dicendo: “Mio signore, il sogno si avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari!
20. L’albero che il re ha visto, che era diventato grande e forte, la cui cima giungeva al cielo e che era visibile da tutti i punti della terra,
21. l’albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante e in cui c’era nutrimento per tutti, sotto il quale si rifugiavano le bestie dei campi e fra i cui rami abitavano gli uccelli del cielo,
22. sei tu, o re; tu, che sei diventato grande e forte, la cui grandezza è cresciuta e giunge fino al cielo, e il cui dominio si estende fino alle estremità della terra.
23. Quanto al santo vegliante che hai visto scendere dal cielo e che ha detto: ‘Abbattete l’albero e distruggetelo, ma lasciatene in terra il ceppo delle radici, legato in catene di ferro e di bronzo, fra l’erba dei campi, sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con gli animali della campagna finché siano passati sopra di lui sette tempi’.
24. Eccone l’interpretazione, o re: è un decreto dell’Altissimo, che sarà eseguito sul re mio signore.
25. Tu sarai scacciato in mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare dell’erba come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole.
26. Quanto all’ordine di lasciare il ceppo delle radici dell’albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo.
27. Perciò, o re, ti sia gradito il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti; forse, la tua prosperità potrà essere prolungata”.
28. Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor.
29. Dodici mesi dopo egli passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia.
30. Il re disse: “Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?”.
31. Il re aveva ancora la parola sulla bocca, quando una voce scese dal cielo: “Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto;
32. tu sarai scacciato di mezzo agli uomini, la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare dell’erba come ai buoi, e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole”.
33. In quello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l’erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché i suoi capelli crebbero come le penne delle aquile e le unghie come quelle degli uccelli.
34. “Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l’Altissimo, e lodai e glorificai colui che vive in eterno, il cui dominio è un dominio eterno e il cui regno dura di generazione in generazione.
35. Tutti gli abitanti della terra sono considerati nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra, e non c’è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: ‘Che fai?’.
36. In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu accresciuta più che mai.
37. Ora, io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia, ed egli ha il potere di umiliare quelli che camminano superbamente”.