Daniele 6 IRB20
1. Parve bene a Dario di costituire sul regno centoventi satrapi e di distribuirli in tutte le province.
2. Sopra di loro nominò tre capi, uno dei quali era Daniele, perché questi satrapi rendessero conto a loro, e il re non dovesse soffrire nessun danno.
3. Questo Daniele si distingueva tra i capi e i satrapi perché c’era in lui uno spirito straordinario; il re pensava di stabilirlo sopra tutto il regno.
4. Allora i capi e i satrapi cercarono di trovare un’occasione per accusare Daniele circa l’amministrazione del regno; ma non potevano trovare nessuna occasione, né motivo di riprensione, perché egli era fedele e non si trovava in lui nessuna mancanza da potergli rimproverare.
5. Quegli uomini dissero dunque: “Noi non troveremo nessun pretesto per accusare questo Daniele, se non lo troviamo in quello che concerne la legge del suo Dio”.
6. Allora quei capi e quei satrapi vennero tumultuosamente presso il re e gli dissero: “O re Dario, possa tu vivere per sempre!
7. Tutti i capi del regno, i prefetti e i satrapi, i consiglieri e i governatori si sono accordati perché il re promulghi un decreto e pubblichi un severo divieto, in base ai quali chiunque, per un periodo di trenta giorni, rivolgerà qualche richiesta a qualunque dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni.
8. Ora, o re, promulga il divieto e firma il decreto perché sia immutabile, in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile”.
9. Il re Dario quindi firmò il decreto e il divieto.
10. Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, entrò in casa sua e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio, come era solito fare anche prima.
11. Allora quegli uomini accorsero in fretta e trovarono Daniele che faceva richieste e suppliche al suo Dio.
12. Poi si accostarono al re e gli parlarono del divieto reale: “Non hai tu firmato un divieto per il quale chiunque, per un periodo di trenta giorni, farà qualche richiesta a qualsiasi dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?”. Il re rispose dicendo: “La cosa è stabilita, in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile”.
13. Allora quelli ripresero a dire in presenza del re: “Daniele, che è uno dei deportati da Giuda, non tiene in nessun conto né te, o re, né il divieto che tu hai firmato, ma prega il suo Dio tre volte al giorno”.
14. Udito questo, il re ne fu molto addolorato e si mise in animo di liberare Daniele; fino al tramonto del sole fece di tutto per salvarlo.
15. Ma quegli uomini vennero tumultuosamente dal re e gli dissero: “Sappi, o re, che è legge dei Medi e dei Persiani che nessun divieto o decreto promulgato dal re possa essere cambiato”.
16. Allora il re diede l’ordine, e Daniele fu preso e gettato nella fossa dei leoni. Il re parlò a Daniele e gli disse: “Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, sarà lui che ti libererà”.
17. Poi fu portata una pietra che fu messa sull’apertura della fossa; il re la sigillò con il suo anello e con l’anello dei suoi grandi, perché nulla fosse cambiato riguardo a Daniele.
18. Allora il re ritornò al suo palazzo e passò la notte digiunando; non fece venire nessuna concubina e il sonno lo abbandonò.
19. La mattina il re si alzò molto presto, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa dei leoni.
20. Quando fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce addolorata, e disse: “Daniele, servo dell’Iddio vivente! Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, ti ha potuto liberare dai leoni?”.
21. Allora Daniele disse al re: “O re, possa tu vivere per sempre!
22. Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso la bocca dei leoni, ed essi non mi hanno fatto nessun male, perché io sono stato trovato innocente davanti a lui; e anche davanti a te, o re, non ho fatto nessun male”.
23. Allora il re fu pieno di gioia e ordinò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa; Daniele fu tratto fuori dalla fossa e non si trovò su di lui nessuna ferita, perché aveva confidato nel suo Dio.
24. Per ordine del re furono presi quegli uomini che avevano accusato Daniele e furono gettati nella fossa dei leoni con i loro figli e le loro mogli. Non erano ancora giunti in fondo alla fossa, che i leoni gli si lanciarono addosso e stritolarono loro tutte le ossa.
25. Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, a tutte le nazioni e lingue che abitavano su tutta la terra: “La vostra pace abbondi!
26. Io decreto che in tutto il territorio del mio regno si tema e si tremi alla presenza dell’Iddio di Daniele; poiché egli è il Dio vivente, che sussiste in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio durerà fino alla fine.
27. Egli libera e salva, fa segni e prodigi in cielo e in terra; è lui che ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni”.
28. Questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e durante il regno di Ciro, il Persiano.