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Daniele 9 IRB20

« La preghiera di Daniele

1. “Nel primo anno di Dario, figlio di Assuero, della stirpe dei Medi, che fu fatto re del regno dei Caldei,

2. il primo anno del suo regno, io, Daniele, meditando sui libri, vidi che il numero degli anni di cui l’Eterno aveva parlato al profeta Geremia, durante i quali Gerusalemme doveva essere in rovina, era di settant’anni.

3. Volsi la mia faccia verso il Signore Iddio, per dispormi alla preghiera e alle suppliche, con digiuno, con il sacco e con la cenere.

4. Feci la mia preghiera e la mia confessione all’Eterno, al mio Dio, dicendo: ‘O Signore, Dio grande e tremendo, che mantieni il patto e serbi la benignità verso quelli che ti amano e osservano i tuoi comandamenti!

5. Noi abbiamo peccato, ci siamo comportati iniquamente, abbiamo agito malvagiamente, ci siamo ribellati e ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue prescrizioni;

6. non abbiamo dato ascolto ai profeti, tuoi servi, che hanno parlato in nome tuo ai nostri re, ai nostri capi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.

7. A te, o Signore, la giustizia; a noi la confusione della faccia, come avviene ancora oggi agli uomini di Giuda, agli abitanti di Gerusalemme e a tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove li hai dispersi, a causa delle infedeltà che hanno commesso contro di te.

8. O Signore, a noi la confusione della faccia, ai nostri re, ai nostri capi e ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te.

9. Al Signore, che è il nostro Dio, appartengono la misericordia e il perdono; poiché noi ci siamo ribellati a lui

10. e non abbiamo dato ascolto alla voce dell’Eterno, del nostro Dio, per camminare secondo le sue leggi, che egli ci aveva posto davanti mediante i profeti suoi servi.

11. Sì, tutto Israele ha trasgredito la tua legge, si è sviato per non ubbidire alla tua voce; così si sono riversate su di noi le maledizioni e le imprecazioni che sono scritte nella legge di Mosè, servo di Dio, perché noi abbiamo peccato contro di lui.

12. Egli ha mandato a effetto le parole che aveva pronunciato contro di noi e contro i nostri giudici che ci governano, facendo venire su di noi una calamità così grande, che sotto tutto il cielo non è mai stato fatto nulla di simile a quello che è stato fatto a Gerusalemme.

13. Come è scritto nella legge di Mosè, questa calamità ci è piombata addosso; tuttavia noi non abbiamo implorato il favore dell’Eterno, del nostro Dio; non ci siamo allontanati dalle nostre iniquità e non siamo stati attenti alla sua verità.

14. L’Eterno ha vigilato su questa calamità e ce l’ha fatta piombare addosso; perché l’Eterno, il nostro Dio, è giusto in tutto quello che ha fatto, ma noi non abbiamo ubbidito alla sua voce.

15. Ora, o Signore, Iddio nostro, che facesti uscire il tuo popolo fuori dal paese d’Egitto con mano potente e ti facesti il nome che hai oggi, noi abbiamo peccato, abbiamo agito malvagiamente.

16. O Signore, secondo tutte le tue opere di giustizia, fa’, ti prego, che la tua ira e il tuo furore si allontanino dalla tua città, Gerusalemme, dal tuo monte santo; poiché per i nostri peccati e per le iniquità dei nostri padri, Gerusalemme e il tuo popolo sono esposti al disprezzo di tutti quelli che ci circondano.

17. Ora dunque, o Dio nostro, ascolta la preghiera del tuo servo e le sue suppliche; per amore tuo, Signore, fa’ risplendere il tuo volto sul tuo santuario che è desolato!

18. O mio Dio, inclina il tuo orecchio e ascolta! Apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è invocato il tuo nome; poiché noi umilmente presentiamo le nostre suppliche nel tuo cospetto, fondandoci non sulle nostre opere giuste, ma sulle tue grandi compassioni.

Le settanta settimane

19. O Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, sii attento e agisci; non indugiare, per amore di te stesso, o mio Dio, perché il tuo nome è invocato sulla tua città e sul tuo popolo!’.

20. Mentre io parlavo ancora, pregando e confessando il mio peccato e il peccato del mio popolo Israele, e presentavo la mia supplica all’Eterno, al mio Dio, per il monte santo del mio Dio,

21. mentre stavo ancora parlando in preghiera, quell’uomo, Gabriele, che avevo visto nella visione all’inizio, mandato con rapido volo, si avvicinò a me, verso l’ora dell’oblazione della sera.

22. Mi ammaestrò, mi parlò, e disse: ‘Daniele, io sono venuto ora per farti comprendere.

23. Quando hai cominciato a pregare, c’è stata una risposta e io sono venuto a comunicartela, poiché tu sei molto amato. Fa’ dunque attenzione alla parola e comprendi la visione!

24. Settanta settimane sono state fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al peccato, per espiare l’iniquità e stabilire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia, e per ungere un luogo santissimo.

25. Sappi dunque e comprendi! Dal momento in cui è uscito l’ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme fino all’apparire di un unto, di un capo, ci saranno sette settimane e sessantadue settimane; essa sarà restaurata e ricostruita, piazze e mura, ma in tempi angosciosi.

26. Dopo le sessantadue settimane un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui. Il popolo di un capo che verrà, distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà come un’inondazione ed è decretato che ci saranno delle devastazioni fino alla fine della guerra.

27. Egli stabilirà un patto con molti, durante una settimana; in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore; questo finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore’”.

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