Qoelet 1 DB1885
1. Le parole del Predicatore, figliuolo di Davide, re in Gerusalemme.
2. VANITÀ delle vanità, dice il Predicatore; vanità delle vanità; ogni cosa è vanità.
3. Che profitto ha l'uomo di tutta la sua fatica nella quale egli si affatica sotto il sole?
4. Una età va via, un'altra età viene; e la terra resta in perpetuo.
5. Il sole si leva anch'esso, e poi tramonta; e, ansando, trae verso il luogo suo, ove egli si deve levare.
6. Il vento trae verso il Mezzodì, e poi gira verso il Settentrione; egli va sempre girando, e ritorna a' suoi giri.
7. Tutti i fiumi corrono nel mare, e il mare non s'empie; i fiumi ritornano sempre a correre al luogo dove sogliono correre.
8. Ogni cosa si affatica più che l'uomo non può dire; l'occhio non si sazia giammai di vedere, e l'orecchio non si riempie di udire.
9. Quello che è stato è lo stesso che sarà; e quello che è stato fatto è lo stesso che si farà; e non vi è nulla di nuovo sotto il sole.
10. Evvi cosa alcuna, della quale altri possa dire: Vedi questo, egli è nuovo? già è stato ne' secoli che sono stati avanti a noi.
11. Non vi è alcuna memoria delle cose che sono state innanzi; così ancora non vi sarà memoria delle cose che saranno nel tempo a venire, fra coloro che verranno appresso.
12. Io, il Predicatore, sono stato re sopra Israele, in Gerusalemme;
13. ed ho recato il mio cuore a ricercare, e ad investigare, con sapienza, tutto ciò che si fa sotto il cielo; il che è una occupazione molesta, la quale Iddio ha data a' figliuoli degli uomini, per occuparvisi.
14. Io ho vedute tutte le cose che si fanno sotto il sole; ed ecco, tutto ciò è vanità, e tormento di spirito.
15. Le cose torte non si possono dirizzare; e i difetti non si possono annoverare.
16. Io parlava nel cuor mio, dicendo: Ecco, io mi sono aggrandito, ed accresciuto in sapienza, più che tutti quelli che sono stati innanzi a me sopra Gerusalemme; e il cuor mio ha veduta molta sapienza e scienza;
17. ed ho recato il mio cuore a conoscere la sapienza; ed anche a conoscere le pazzie e la stoltizia; ed ho riconosciuto che questo ancora è un tormento di spirito.
18. Perciocchè, dove è molta sapienza, vi è molta molestia; e chi accresce la scienza accresce il dolore.