Logo
🔍

Qoelet 1 IRB20

Vanità di tutte le cose

1. Parole dell’Ecclesiaste, figlio di Davide, re di Gerusalemme.

2. “Vanità delle vanità”, dice l’Ecclesiaste; “vanità delle vanità, tutto è vanità”.

3. Che profitto ha l’uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole?

4. Una generazione se ne va, un’altra viene, e la terra sussiste per sempre.

5. Anche il sole sorge, poi tramonta, e si affretta verso il luogo da cui sorgerà di nuovo.

6. Il vento soffia verso il mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente, per ricominciare gli stessi giri.

7. Tutti i fiumi corrono al mare, eppure il mare non si riempie; al luogo dove i fiumi si dirigono, tornano a dirigersi sempre.

8. Ogni cosa è in travaglio, più di quanto l’uomo possa dire; l’occhio non si sazia mai di vedere e l’orecchio non è mai stanco di udire.

9. Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

10. C’è forse qualcosa della quale si possa dire: “Guarda questo è nuovo?”. Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto.

Vanità della sapienza umana

11. Non rimane ricordo delle cose di altri tempi; e di ciò che succederà in seguito non rimarrà ricordo fra quelli che verranno più tardi.

12. Io, l’Ecclesiaste, sono stato re d’Israele a Gerusalemme,

13. e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con sapienza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha dato ai figli degli uomini perché vi si affatichino.

14. Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole; ed ecco tutto è vanità e un correre dietro al vento.

15. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato.

16. Io ho detto, parlando in cuor mio: “Ecco io ho acquistato maggiore sapienza di tutti quelli che hanno regnato prima di me in Gerusalemme”; sì, il mio cuore ha posseduto molta sapienza e molta scienza.

17. Ho applicato il cuore a conoscere la sapienza e a conoscere la follia e la stoltezza; ho riconosciuto che anche questo è un correre dietro al vento.

18. Poiché dove c’è molta sapienza c’è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore.

»