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Qoelet 10 DB1885

« La follia è causa di molte disgrazie

1. LE mosche morte fanno putire, e ribollir l'olio odorifero del profumiere; così un poco di stoltizia guasta il pregio della sapienza e della gloria.

2. L'uomo savio ha il suo cuore alla sua destra, e lo stolto l'ha alla sua sinistra.

3. Lo stolto, eziandio mentre egli cammina per la via, è scemo di senno, e dice a tutti ch'egli è stolto.

4. Se il principe monta in ira contro a te, non lasciar però il tuo luogo; perciocchè la dolcezza fa perdonar di gran peccati.

5. Vi è un male che io ho veduto sotto il sole, simile all'errore che procede dal principe.

6. Cioè: che la stoltizia è posta in grandi altezze, ed i ricchi seggono in luoghi bassi.

7. Io ho veduti i servi a cavallo, ed i ricchi camminare a piè come servi.

8. Chi cava la fossa caderà in essa; e chi rompe la chiusura il serpente lo morderà.

9. Chi rimuove le pietre ne sarà offeso; chi spezza delle legne ne sarà in pericolo.

10. Se il ferro è rintuzzato, e non se ne arrota il taglio, bisogna raddoppiar la forza; ma la sapienza è cosa eccellente, per addirizzar le cose.

11. Se il serpente morde, non essendo incantato, niente meglio vale il maldicente.

12. Le parole della bocca del savio non sono altro che grazia; ma le labbra dello stolto lo distruggono.

13. Il principio delle parole della sua bocca è stoltizia, ed il fine del suo parlare è mala pazzia.

14. Benchè lo stolto moltiplichi le parole, l'uomo pur non sa ciò che ha da essere; e chi gli dichiarerà ciò che sarà dopo lui?

15. La fatica degli stolti li stanca; perciocchè non sanno la via per andare alla città.

16. Guai a te, o paese, il cui re è fanciullo, ed i cui principi mangiano fin dalla mattina!

17. Beato te, o paese, il cui re è di legnaggio nobile, ed i cui principi mangiano a tempo convenevole, per ristoro, e non per ebbrezza!

18. Per la pigrizia di ambe le mani il solaio scade, e per le mani spenzolate gocciola in casa.

19. I conviti si fanno per gioire, e il vino rallegra i viventi; ed i danari rispondono a tutto.

20. Non dir male del re, non pur nel tuo pensiero; e non dir male del ricco nella camera dove tu giaci; perciocchè alcun uccello del cielo potrebbe portarne la voce, ed alcun animale alato rapportarne le parole.

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