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Qoelet 9 IRB20

« Poiché una stessa sorte attende il giusto e l’ingiusto, godiamo i beni che Dio ci dà

1. Sì, io ho applicato a tutto questo il mio cuore e ho cercato di chiarirlo: che, cioè, i giusti e i saggi e le loro opere sono nelle mani di Dio; l’uomo non sa neppure se amerà o se odierà; tutto è possibile.

2. Tutto succede ugualmente a tutti; la stessa sorte attende il giusto e l’empio, il buono e puro e l’impuro, chi offre sacrifici e chi non li offre; come è il buono così il peccatore, come è colui che giura così chi teme di giurare.

3. Questo è un male fra tutto quello che si fa sotto il sole: che tutti abbiano una stessa sorte; così il cuore dei figli degli uomini è pieno di malvagità e hanno la follia nel cuore mentre vivono; poi se ne vanno ai morti.

4. Per chi è associato a tutti gli altri viventi c’è speranza; perché un cane vivo vale più di un leone morto.

5. Infatti i viventi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla e per loro non c’è più alcun salario, perché la loro memoria è dimenticata.

6. Il loro amore, come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai nessuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole.

7. Va’, mangia il tuo pane con gioia e bevi il tuo vino con cuore allegro, perché Dio ha già gradito le tue opere.

8. Siano le tue vesti bianche in ogni tempo, e l’olio non manchi mai sul tuo capo.

9. Godi la vita con la moglie che ami, durante tutti i giorni della vita della tua vanità, che Dio ti ha data sotto il sole per tutto il tempo della tua vanità; poiché questa è la tua parte nella vita, in mezzo a tutta la fatica che sostieni sotto il sole.

La sapienza è spesso più utile agli altri che a chi la possiede

10. Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno dei morti dove vai, non c’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza.

11. Io mi sono messo a considerare che, sotto il sole, per correre non basta essere agili, né basta per combattere essere valorosi, né essere saggi per avere del pane, né essere intelligenti per avere delle ricchezze, né essere abili per ottenere favore; poiché tutti dipendono dal tempo e dalle circostanze.

12. Poiché l’uomo non conosce la sua ora; come i pesci che sono presi nella rete fatale, e come gli uccelli che sono colti nel laccio, così i figli degli uomini sono presi nel laccio al tempo dell’avversità, quando essa piomba su di loro improvvisa.

13. Ho visto, sotto il sole, anche questo esempio di sapienza che mi è sembrata grande.

14. C’era una piccola città, con dentro pochi uomini; un grande re le marciò contro, la assediò e le costruì contro dei grandi bastioni.

15. In essa, però, si trovava un uomo povero e saggio che, con la sua sapienza, salvò la città; eppure nessuno conservò ricordo di quell’uomo povero.

16. Allora io dissi: “La sapienza vale più della forza”; ma la sapienza del povero è disprezzata, e le sue parole non sono ascoltate.

17. Le parole dei saggi, udite nella quiete, valgono più delle grida di chi domina fra gli stolti.

18. La sapienza vale più degli strumenti di guerra; ma un solo peccatore distrugge un gran bene.

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