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Esdra 8 ICL00D

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1. Questi sono i capifamiglia che partirono con me da Babilonia, durante il regno di Artaserse. Di ciascuno è scritto l’antenato che dà il nome alla famiglia:

15. Ho radunato tutti questi uomini presso il fiume che scorre verso la località di Aavà, e siamo rimasti accampati là per tre giorni. Ho passato in rassegna il popolo e i sacerdoti, ma non ho trovato nessun levita.

16. Allora ho convocato alcuni capi: Elièzer, Arièl, Semaià, Elnatàn, Iarib, Elnatàn, Natan, Zaccaria, Mesullàm e due sapienti nella legge, Ioiarìb e Elnatàn.

17. Li ho mandati da Iddo, capo del villaggio di Casifià, con un messaggio per lui e per i suoi fratelli che facevano parte degli addetti al tempio. Gli chiedevo di mandarmi alcuni uomini per il servizio del tempio del nostro Dio.

18. Anche questa volta Dio ci ha aiutati: infatti essi ci hanno mandato un Israelita di buon senso, il levita Serebia, discendente di Maclì. Egli è venuto da noi con diciotto tra figli e fratelli.

19. Sono venuti anche Casabia e Isaia, discendenti di Merarì, con venti tra figli e fratelli.

Digiuno e preghiere

20. Infine ci hanno mandato duecentoventi addetti al tempio, assegnati al servizio dei leviti fin dal tempo del re Davide. Tutti sono stati registrati con i loro nomi.

21. Poi, presso il fiume Aavà, ho proclamato un digiuno. Volevamo sottometterci al nostro Dio, per chiedergli un viaggio felice per noi, i nostri bambini e tutti i nostri beni.

22. Infatti, mi vergognavo di chiedere al re una scorta armata di cavalieri per difenderci dai nemici durante il viaggio. Anzi, avevo detto al re: «Il nostro Dio protegge quelli che lo servono, mentre colpisce con la sua potenza e la sua collera quelli che si allontanano da lui».

I doni per il tempio

23. Ecco perché abbiamo digiunato e invocato il nostro Dio: ed egli ha ascoltato la nostra preghiera.

24. Poi ho scelto dodici tra i capi dei sacerdoti: Serebia e Casabia con dieci dei loro fratelli.

25. Ho pesato davanti a loro l’argento, l’oro e gli oggetti che il re, con i suoi consiglieri e funzionari, e gli Israeliti residenti in Babilonia avevano offerto per il tempio del nostro Dio.

26. Ho consegnato loro: quasi 23 tonnellate d'argento, 100 oggetti d'argento del peso complessivo di 70 Kg; 34 quintali di oro;

27. inoltre, venti coppe d'oro del valore di 1.000 monete d'oro e 2 oggetti di rame splendente preziosi come l’oro.

28. Poi ho detto: «Voi siete consacrati al Signore; anche questi oggetti sono sacri e l’argento e l’oro sono offerte volontarie al Signore, Dio dei nostri padri.

29. Custoditeli con cura fino a quando non li avrete consegnati ai capi dei sacerdoti e dei leviti e ai capifamiglia d'Israele, nelle sale del tempio, a Gerusalemme».

Il ritorno a Gerusalemme

30. Allora i sacerdoti e i leviti hanno preso in consegna l’argento, l’oro e gli oggetti sacri, per portarli a Gerusalemme, nel tempio del nostro Dio.

31. Il dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aavà verso Gerusalemme. Il nostro Dio continuava a proteggerci lungo il cammino e ci ha liberati dagli attacchi dei nemici e dei briganti.

32. Arrivati a Gerusalemme, ci siamo riposati tre giorni.

33. Il quarto giorno, dopo aver pesato di nuovo l’argento, l’oro, e gli oggetti sacri, li abbiamo consegnati nelle mani del sacerdote Meremòt, figlio di Uria; con lui c’erano Eleàzaro figlio di Finees e i leviti Iozabàd, figlio di Giosuè, e Noadia, figlio di Binnùi.

34. Essi hanno fatto un controllo accurato di tutto e hanno registrato subito il numero e il peso degli oggetti.

35. Allora, quelli che erano rimpatriati dall’esilio hanno offerto sacrifici al Dio d'Israele: dodici tori per tutti gli Israeliti, novantasei montoni, settantasette agnelli e dodici capri come sacrificio per il perdono dei peccati: tutte queste offerte sono state bruciate sull’altare del Signore.

36. Poi abbiamo consegnato la lettera con le disposizioni del re ai funzionari reali e ai governatori della regione occidentale. Da allora, questi ultimi hanno dato grandi aiuti al popolo e al tempio.

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