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Genesi 27 IRB20

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1. Quando Isacco era diventato vecchio e i suoi occhi indeboliti non ci vedevano più, chiamò Esaù, suo figlio maggiore, e gli disse: “Figlio mio!”.

2. Egli rispose: “Eccomi!”, e Isacco: “Ecco, io sono vecchio e non conosco il giorno della mia morte.

3. Prendi ora le tue armi, la tua faretra e il tuo arco, va’ fuori nei campi, prendimi un po’ di cacciagione,

4. e preparami una pietanza saporita di quelle che mi piacciono; portamela perché io la mangi e l’anima mia ti benedica prima che io muoia”.

5. Ora Rebecca stava ad ascoltare, mentre Isacco parlava a Esaù suo figlio. Così Esaù se ne andò nei campi per cacciare della selvaggina e portarla a suo padre.

6. E Rebecca parlò a Giacobbe suo figlio, e gli disse: “Ecco, io ho udito tuo padre che parlava a Esaù tuo fratello, e gli diceva:

7. Portami un po’ di cacciagione e fammi una pietanza saporita perché io la mangi e ti benedica davanti all’Eterno, prima che io muoia.

8. Dunque, figlio mio, ubbidisci alla mia voce e fa’ quello che io ti comando.

9. Va’ ora al gregge e prendimi due buoni capretti; e io ne farò una pietanza saporita per tuo padre, di quelle che gli piacciono.

10. Tu la porterai a tuo padre, perché la mangi, e così ti benedica prima di morire”.

11. Giacobbe disse a Rebecca sua madre: “Ecco, Esaù mio fratello è peloso, e io no.

12. Può darsi che mio padre mi tasti; sarò allora da lui considerato un ingannatore, e mi attirerò addosso una maledizione invece di una benedizione”.

13. Allora sua madre gli rispose: “Questa maledizione ricada su di me, figlio mio! Ubbidisci pure alla mia voce e va’ a prendermi i capretti”.

14. Egli dunque andò a prenderli e li portò a sua madre; e sua madre preparò una pietanza saporita, di quelle che piacevano a suo padre.

15. Poi Rebecca prese i più bei vestiti di Esaù suo figlio maggiore, che aveva in casa presso di sé, e li fece indossare a Giacobbe suo figlio minore;

16. e con le pelli dei capretti gli coprì le mani e il collo, che erano senza peli.

17. Poi mise in mano a Giacobbe suo figlio la pietanza saporita e il pane che aveva preparato.

18. Ed egli andò da suo padre e gli disse: “Padre mio!”. Isacco rispose: “Eccomi; chi sei tu, figlio mio?”.

19. Giacobbe disse a suo padre: “Sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai detto. Su, alzati, mettiti a sedere e mangia della mia cacciagione, affinché l’anima tua mi benedica”.

20. E Isacco disse a suo figlio: “Come hai fatto a trovarne così presto, figlio mio?”, e quello rispose: “Perché l’Eterno, il tuo Dio, l’ha fatta venire sulla mia strada”.

21. Isacco disse a Giacobbe: “Avvicinati, figlio mio, in modo che io ti tasti, per sapere se sei proprio mio figlio Esaù, o no”.

22. Giacobbe dunque si avvicinò a Isacco suo padre e appena lo tastò, disse: “La voce è la voce di Giacobbe; ma le mani sono le mani di Esaù”.

23. E non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di Esaù, suo fratello: e lo benedisse. E disse:

24. “Sei tu proprio mio figlio Esaù?”. Egli rispose: “Sì”.

25. E Isacco gli disse: “Servimi, così che io mangi della cacciagione di mio figlio e l’anima mia ti benedica”. Così Giacobbe lo servì, e Isacco mangiò. Giacobbe gli portò anche del vino, ed egli bevve.

26. Poi Isacco suo padre gli disse: “Su, avvicinati e baciami, figlio mio”.

27. Ed egli si avvicinò e lo baciò. E Isacco sentì l’odore dei suoi vestiti, e lo benedisse dicendo: “Ecco, l’odore di mio figlio è come l’odore di un campo, che l’Eterno ha benedetto.

28. Dio ti conceda della rugiada dei cieli e della fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino.

29. Ti servano i popoli, e le nazioni si inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli, e i figli di tua madre si inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!”.

30. E avvenne che, appena Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe se n’era appena andato dalla presenza d’Isacco suo padre, Esaù suo fratello giunse dalla sua caccia.

31. Anch’egli preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre, e gli disse: “Si alzi mio padre, e mangi della caccia di suo figlio, affinché l’anima tua mi benedica”.

32. E Isacco suo padre gli disse: “Chi sei tu?”, ed egli rispose: “Sono Esaù, il tuo figlio primogenito”.

33. Isacco fu preso da un tremito fortissimo, e disse: “E allora, chi è che ha preso della caccia e me l’ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu venissi, e l’ho benedetto; e benedetto egli sarà”.

34. Quando Esaù udì le parole di suo padre, emise un grido forte e amarissimo. Poi disse a suo padre: “Benedici anche me, padre mio!”.

35. Isacco rispose: “Tuo fratello è venuto con l’inganno e ha preso la tua benedizione”.

36. Ed Esaù: “Non è forse a ragione che egli è stato chiamato Giacobbe? Mi ha già ingannato due volte: mi tolse la mia primogenitura, ed ecco che ora mi ha tolto la mia benedizione”. Poi aggiunse: “Non hai tu riservato qualche benedizione per me?”.

37. Isacco rispose e disse a Esaù: “Ecco, io l’ho costituito tuo padrone, e gli ho dato tutti i suoi fratelli per servi, e l’ho provvisto di frumento e di vino; che potrei dunque fare per te, figlio mio?”.

38. Allora Esaù disse a suo padre: “Non hai tu che questa benedizione, padre mio? Benedici anche me, o padre mio!”. Esaù alzò la voce e pianse.

39. Isacco suo padre rispose e gli disse: “Ecco, la tua dimora sarà priva della fertilità della terra e della rugiada che scende dai cieli.

40. Tu vivrai della tua spada e sarai servo di tuo fratello; ma avverrà che, conducendo una vita errante, tu spezzerai il suo giogo dal tuo collo”.

41. Ed Esaù iniziò a odiare Giacobbe a causa della benedizione data da suo padre; e disse in cuor suo: “I giorni del lutto di mio padre si avvicinano; allora ucciderò mio fratello Giacobbe”.

42. Le parole di Esaù, suo figlio maggiore, furono riferite a Rebecca; e lei mandò a chiamare Giacobbe, suo figlio minore, e gli disse: “Ecco, Esaù, tuo fratello, vuole consolarsi a tuo riguardo, proponendosi di ucciderti.

43. Ebbene, figlio mio, ubbidisci alla mia voce: alzati, e fuggi a Caran da Labano mio fratello;

44. e trattieniti lì qualche tempo, finché la furia di tuo fratello sia passata,

Isacco manda Giacobbe in Mesopotamia

45. finché l’ira di tuo fratello si sia stornata da te ed egli abbia dimenticato quello che tu gli hai fatto; e allora io ti farò ritornare di là. Perché dovrei essere io privata di voi due in uno stesso giorno?”.

46. Poi Rebecca disse a Isacco: “Io sono disgustata della vita a causa di queste figlie di Chet. Se Giacobbe prende in moglie, tra le figlie di Chet, tra le figlie del paese, una donna come quelle, a che mi giova la vita?”.

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