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Genesi 42 IRB20

« I figli di Giacobbe, mandati in Egitto a comprare del grano, sono riconosciuti da Giuseppe

1. Giacobbe, vedendo che c’era del grano in Egitto, disse ai suoi figli: “Perché vi state a guardare l’uno con l’altro?”.

2. Poi disse: “Ecco, ho sentito dire che c’è del grano in Egitto; scendete là per comprarne, così possiamo vivere e non dovremo morire”.

3. Allora dieci dei fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprare del grano.

4. Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, con i suoi fratelli, perché diceva: “Che non gli succeda qualche disgrazia!”.

5. I figli d’Israele giunsero per comprare del grano in mezzo agli altri che erano venuti; poiché nel paese di Canaan c’era la carestia.

6. Giuseppe era colui che comandava nel paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; e i fratelli di Giuseppe arrivarono e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra.

7. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si finse straniero davanti a loro, e parlò loro aspramente dicendo: “Da dove venite?”, essi risposero: “Dal paese di Canaan per comprare dei viveri”.

8. Così Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui.

9. Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto a loro riguardo, e disse: “Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi scoperti del paese!”.

10. Ed essi a lui: “No, signor mio; i tuoi servitori sono venuti a comprare dei viveri.

11. Siamo tutti figli di uno stesso uomo; siamo gente sincera; i tuoi servitori non sono delle spie”.

12. Ed egli disse loro: “No, siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!”;

13. quelli risposero: “Noi, tuoi servitori, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo, del paese di Canaan. Ed ecco, il più giovane oggi è con nostro padre e uno non è più”.

14. Allora Giuseppe disse loro: “La cosa è come vi ho detto; siete delle spie!

15. Ecco come sarete messi alla prova: Per la vita del Faraone, non uscirete di qui prima che il vostro fratello più giovane sia venuto qua.

16. Mandate uno di voi a prendere vostro fratello; e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova, e si veda se c’è del vero in voi; se no, per la vita del Faraone, siete delle spie!”.

Giuseppe esige che gli conducano Beniamino

17. E li mise assieme in prigione per tre giorni.

18. Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: “Fate questo e vivrete; io temo Dio!

19. Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella nostra prigione, e voi andate, portate del grano per la necessità delle vostre famiglie;

20. poi conducetemi vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno verificate, e voi non morirete”. Ed essi fecero così.

21. E si dicevano l’uno all’altro: “Sì, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, perché vedemmo l’angoscia dell’anima sua quando egli ci supplicava, e non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso questa angoscia”.

22. Ruben rispose loro, dicendo: “Non ve lo dicevo io: ‘Non commettete questo peccato contro il fanciullo’? Ma voi non mi voleste dare ascolto. Perciò, ecco, che il suo sangue ci è ridomandato”.

23. Ora quelli non sapevano che Giuseppe li capiva, perché fra lui e loro c’era un interprete.

24. Ed egli si allontanò da essi, e pianse. Poi tornò, parlò loro, e prese fra di loro Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi.

25. Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel proprio sacco, e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E così fu fatto.

26. Ed essi caricarono il grano sui loro asini e se ne andarono.

27. Ora uno di loro aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide che il suo denaro era alla bocca del sacco;

Giacobbe rifiuta di mandare Beniamino

28. e disse ai suoi fratelli: “Il mio denaro mi è stato restituito, ed eccolo qui nel mio sacco”. Allora il cuore gli venne meno e, tremando, dicevano l’uno all’altro: “Che cos’è mai questo che Dio ci ha fatto?”.

29. E arrivarono da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan, e gli raccontarono tutto quello che era accaduto, dicendo:

30. “L’uomo che è il signore del paese ci ha parlato duramente e ci ha trattato come spie del paese.

31. Allora noi gli abbiamo detto: ‘Siamo gente sincera; non siamo delle spie;

32. siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è più, e il più giovane oggi è con nostro padre nel paese di Canaan’.

33. E quell’uomo, signore del paese, ci ha detto: ‘Da questo conoscerò se siete gente sincera; lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite, e portatemi il vostro fratello più giovane.

34. Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera; io vi restituirò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese’”.

35. Ora quando essi svuotarono i loro sacchi, ecco che il sacchetto del denaro di ciascuno era nel proprio sacco; essi e il padre loro videro i sacchetti del loro denaro e si spaventarono.

36. E Giacobbe, loro padre, disse: “Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutto questo cade addosso a me!”.

37. Allora Ruben disse a suo padre: “Se non te lo riporto, fa’ morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò”.

38. Ma Giacobbe rispose: “Mio figlio non scenderà con voi; poiché suo fratello è morto, ed è rimasto lui solo: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con cordoglio la mia vecchiaia nel soggiorno dei morti”.

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