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Ebrei 2 IRB20

« “Una così grande salvezza”

1. Perciò bisogna che ci atteniamo ancora di più alle cose udite, affinché non siamo portati via lontano da esse.

2. Perché, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevettero una giusta retribuzione,

3. come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? La quale, dopo essere stata prima annunciata dal Signore, ci è stata confermata da quelli che l’avevano udita,

Volontaria umiliazione di Cristo

4. mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro, con segni e prodigi, con svariate opere potenti e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.

5. Difatti, non è ad angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire del quale parliamo;

6. anzi, qualcuno, in un certo passo della Scrittura, ha reso questa testimonianza: “Che cos’è l’uomo che ti ricordi di lui o il figlio dell’uomo che ti curi di lui?

7. Tu l’hai fatto di poco inferiore agli angeli; l’hai coronato di gloria e d’onore;

8. tu gli hai posto ogni cosa sotto i piedi”. Con il sottoporgli tutte le cose, egli non ha lasciato nulla che non gli sia sottoposto. Ma al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte,

9. però ben vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.

10. Infatti, per condurre molti figli alla gloria, ben si addiceva a colui a causa del quale sono tutte le cose e per mezzo del quale sono tutte le cose, di rendere perfetto, per via di sofferenze, l’autore della loro salvezza.

11. Poiché colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno, per questa ragione egli non si vergogna di chiamarli fratelli,

12. dicendo: “Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all’assemblea canterò la tua lode”.

13. E di nuovo: “Io metterò la mia fiducia in Lui”. E di nuovo: “Ecco me e i figli che Dio mi ha dati”.

14. Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli vi ha similmente partecipato, affinché, con la sua morte, distruggesse colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo,

15. e liberasse tutti quelli che dal timore della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù.

16. Poiché, certo, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo.

17. Perciò egli doveva essere fatto in ogni cosa simile ai suoi fratelli, affinché diventasse un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose appartenenti a Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo.

18. Infatti, in quanto egli stesso ha sofferto essendo tentato, può soccorrere quelli che sono tentati.

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