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Ebrei 2 NR94

« Eb 1:1-3; 4:1; 12:25

1. Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di piú alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.

2. Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni *trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione,

3. come scamperemo noi se trascuriamo una cosí grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito,

4. mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.

(Sl 8:4-6; Fl 2:6-11) (Ga 4:4, 5; Gv 20:17) Eb 5:7-10; 4:15, 16

5. Difatti, non è ad angeli che Dio ha sottoposto il mondo futuro del quale parliamo;

6. anzi, qualcuno in un passo della Scrittura ha reso questa testimonianza: «Che cos'è l'uomo perché tu ti ricordi di lui o il figlio dell'uomo perché tu ti curi di lui?

7. Tu lo hai fatto di poco inferiore agli angeli; lo hai coronato di gloria e d'onore;

8. tu hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi». Avendogli sottoposto tutte le cose, Dio non ha lasciato nulla che non gli sia soggetto. Al presente però non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte;

9. però vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesú, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.

10. Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza.

11. Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati, provengono tutti da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli,

12. dicendo: «Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea canterò la tua lode».

13. E di nuovo: «Io metterò la mia fiducia in lui». E inoltre: «Ecco me e i figli che Dio mi ha dati».

14. Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il *diavolo,

15. e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.

16. Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di *Abraamo.

17. Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo.

18. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati.

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