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Isaia 17 IRB20

« Profezia contro Damasco ed Efraim

1. Profezia contro Damasco. “Ecco, Damasco è tolto dal numero delle città e non sarà più che un ammasso di rovine.

2. Le città di Aroer sono abbandonate; sono lasciate alle mandrie che vi si riposano, e nessuno le spaventa.

3. Non vi sarà più fortezza in Efraim né reame in Damasco; e del residuo della Siria avverrà ciò che è avvenuto della gloria dei figli d’Israele”, dice l’Eterno degli eserciti.

4. “In quel giorno, la gloria di Giacobbe sarà diminuita, e il grasso del suo corpo dimagrirà.

5. Avverrà come quando il mietitore raccoglie il grano e con il braccio falcia le spighe; avverrà come quando si raccolgono le spighe nella valle di Refaim.

6. Vi rimarrà qualcosa da spigolare, come quando si scuote l’ulivo restano due o tre olive nelle cime più alte, quattro o cinque nei rami più carichi”, dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele.

7. In quel giorno l’uomo volgerà lo sguardo verso il suo Creatore, e i suoi occhi guarderanno al Santo d’Israele;

8. e non volgerà più lo sguardo verso gli altari, opera delle sue mani; e non guarderà più a quello che le sue dita hanno fatto, agli idoli di Astarte e alle colonne solari.

9. In quel giorno, le sue città forti saranno abbandonate, come furono abbandonate le foreste e le vette dei monti all’avvicinarsi dei figli d’Israele: sarà una desolazione.

10. Perché hai dimenticato l’Iddio della tua salvezza e non ti sei ricordato della Rocca della tua forza, ti sei fatto delle piantagioni piacevoli e hai piantato dei tralci stranieri.

L’esercito assiro distrutto

11. Il giorno che li piantasti li circondasti di una siepe e ben presto facesti fiorire le tue piante: ma la raccolta ti sfugge nel giorno dell’angoscia, del disperato dolore.

12. Oh, che rumore di popoli numerosi! muggiscono, come muggiscono i mari.

13. Che tumulto di nazioni! le nazioni rumoreggiano come rumoreggiano le grandi acque. Ma egli le minaccia, ed esse fuggono lontano, scacciate, come la pula dei monti dal vento, come un turbine di polvere dall’uragano.

14. Alla sera, ecco il terrore; prima del mattino, non sono più. Ecco la parte di quelli che ci spogliano, ecco la sorte di chi ci saccheggia!

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