Isaia 5 IRB20
1. Io voglio cantare per il mio diletto il cantico del mio amico per la sua vigna. Il mio diletto aveva una vigna sopra una fertile collina.
2. La dissodò, tolse via le pietre, vi piantò delle viti scelte, vi fabbricò in mezzo una torre e vi scavò uno strettoio. Egli si aspettava che facesse dell’uva, invece fece uva selvatica.
3. Ora dunque, o abitanti di Gerusalemme, e voi, uomini di Giuda, giudicate voi fra me e la mia vigna!
4. Che cosa si sarebbe potuto fare alla mia vigna più di ciò che io ho fatto per essa? Perché, mentre io mi aspettavo che facesse uva, ha fatto uva selvatica?
5. Perciò, ora io vi farò conoscere quello che sto per fare alla mia vigna: le toglierò la siepe e vi pascoleranno le bestie; abbatterò il suo muro di cinta e sarà calpestata.
6. Ne farò un deserto; non sarà più né potata né zappata, vi cresceranno i rovi e le spine e darò ordine alle nuvole che su di essa non lascino cadere pioggia.
7. Infatti la vigna dell’Eterno degli eserciti è la casa d’Israele e gli uomini di Giuda sono la sua piantagione prediletta; egli si era aspettato rettitudine, ed ecco spargimento di sangue; giustizia, ed ecco grida di angoscia!
8. Guai a quelli che aggiungono casa a casa, che uniscono campo a campo, finché non rimanga più spazio, e voi restiate soli ad abitare nel paese!
9. Questo mi ha detto all’orecchio l’Eterno degli eserciti: “In verità queste case numerose saranno desolate, queste case grandi e belle saranno private di abitanti;
10. dieci iugeri di vigna non daranno che un bato, e un omer di seme non darà che un efa”.
11. Guai a quelli che la mattina si alzano presto per correre dietro alle bevande alcoliche, e fanno tardi la sera, finché il vino li infiammi!
12. Nei loro banchetti ci sono la cetra, il saltèro, il tamburello, il flauto e il vino! ma non prestano attenzione a quello che fa l’Eterno e non considerano l’opera delle sue mani.
13. Perciò il mio popolo sarà deportato per mancanza di conoscenza, la sua nobiltà muore di fame e le sue folle sono inaridite dalla sete.
14. Perciò il soggiorno dei morti si è aperto desideroso e ha spalancato oltremisura la gola; laggiù scende lo splendore di Sion, la sua folla, il suo chiasso e chi festeggia in mezzo a essa.
15. L’uomo comune è umiliato, i grandi sono abbassati, e sono abbassati gli sguardi alteri;
16. ma l’Eterno degli eserciti è esaltato mediante il giudizio e l’Iddio santo è santificato per la sua giustizia.
17. Gli agnelli pastureranno come nei loro pascoli e gli stranieri divoreranno i campi deserti dei ricchi!
18. Guai a quelli che tirano l’iniquità con le corde del vizio, il peccato come con le corde di un cocchio
19. e dicono: “Faccia presto, affretti la sua opera, affinché la vediamo! Venga e si esegua il disegno del Santo d’Israele, affinché noi lo conosciamo!”.
20. Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro!
21. Guai a quelli che si reputano saggi e si credono intelligenti!
22. Guai a quelli che sono prodi nel bere il vino, e valorosi nel mescolare le bevande alcoliche;
23. che assolvono il malvagio per un regalo, e privano il giusto del suo diritto!
24. Perciò, come una lingua di fuoco divora la stoppia e come la fiamma consuma l’erba secca, così la loro radice sarà come marciume, e il loro fiore sarà portato via come polvere, perché hanno rifiutato la legge dell’Eterno degli eserciti e hanno disprezzato la parola del Santo d’Israele.
25. Per questo divampa l’ira dell’Eterno contro il suo popolo; egli stende contro di esso la sua mano e lo colpisce; tremano i monti e i cadaveri sono come spazzatura in mezzo alle vie; malgrado tutto, la sua ira non si calma e la sua mano rimane distesa.
26. Egli alza un vessillo per le nazioni lontane; fischia a un popolo, che è all’estremità della terra, ed eccolo che arriva, pronto, leggero.
27. In esso nessuno è stanco o vacilla, nessuno sonnecchia o dorme; a nessuno si scioglie la cintura dei fianchi o si rompe il legaccio dei calzari.
28. Le sue frecce sono acute, tutti i suoi archi sono tesi; gli zoccoli dei suoi cavalli sembrano pietre, le ruote dei suoi carri un turbine.
29. Il suo ruggito è come quello di un leone; rugge come i leoncelli; rugge, afferra la preda, la porta via al sicuro, senza che nessuno gliela strappi.
30. In quel giorno, egli muggirà contro Giuda, come mugge il mare e, a guardare il paese, ecco tenebre, angoscia e la luce che si oscura nel suo cielo.