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Giacomo 1 IRB20

Prove e tentazioni

1. Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono nella dispersione, salute.

2. Fratelli miei, considerate una grande gioia le prove svariate in cui venite a trovarvi,

3. sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.

4. E la costanza compia appieno l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.

5. Se poi qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà donata.

6. Ma chieda con fede, senza dubitare, perché chi dubita è simile a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là.

7. Non pensi già quel tale di ricevere nulla dal Signore,

8. essendo uomo di animo doppio, instabile in tutte le sue vie.

9. Il fratello di umile condizione si glori della sua elevazione

10. e il ricco, della sua umiliazione, perché passerà come il fiore dell’erba.

11. Infatti il sole sorge con il suo calore ardente e fa seccare l’erba, il suo fiore cade e la sua bella apparenza svanisce; così anche il ricco appassirà nelle sue imprese.

12. Beato l’uomo che sostiene la prova, perché, una volta approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano.

13. Nessuno, quando è tentato, dica: “Io sono tentato da Dio”, perché Dio non può essere tentato dal male né egli stesso tenta alcuno,

14. ma ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo adesca.

Udire e praticare la Parola di Dio

15. Poi la concupiscenza, avendo concepito, partorisce il peccato e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.

16. Non v’ingannate, fratelli miei carissimi;

17. ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento.

18. Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature.

19. Questo lo sapete, fratelli miei carissimi, ma sia ogni uomo pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira,

20. perché l’ira dell’uomo non mette in opera la giustizia di Dio.

21. Perciò, deposta ogni impurità e resto di malizia, ricevete con mansuetudine la parola che è stata piantata in voi e che può salvare le anime vostre.

22. Ma siate facitori della parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi.

23. Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio;

24. e quando si è guardato se ne va e subito dimentica com’era.

25. Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera, questi, non essendo un ascoltatore smemorato ma facitore dell’opera, sarà beato nel suo operare.

26. Se uno pensa di essere religioso e non tiene a freno la sua lingua ma seduce il cuor suo, la religione di quel tale è vana.

27. La religione pura e immacolata davanti a Dio e Padre è questa: prendersi cura degli orfani e delle vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri dal mondo.

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