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Geremia 22 IRB20

« Contro la casa reale di Giuda

1. Così parla l’Eterno: “Scendi nella casa del re di Giuda, e là pronuncia questa parola:

2. ‘Ascolta la parola dell’Eterno, o re di Giuda, che siedi sul trono di Davide: tu, i tuoi servitori e il tuo popolo, che entrate per queste porte!

3. Così parla l’Eterno: Praticate il diritto e la giustizia, liberate dalla mano dell’oppressore colui al quale è tolto il suo, non fate torto né violenza allo straniero, all’orfano e alla vedova e non spargete sangue innocente in questo luogo.

4. Poiché, se metterete realmente in pratica questa parola, dei re seduti sul trono di Davide entreranno per le porte di questa casa su carri e su cavalli: essi, i loro servitori e il loro popolo.

5. Ma, se non date ascolto a queste parole, io giuro per me stesso’, dice l’Eterno, ‘che questa casa sarà ridotta in una rovina’”.

6. Poiché così parla l’Eterno riguardo alla casa del re di Giuda: “Tu eri per me come Galaad, come la vetta del Libano. Ma, certo, io ti ridurrò simile a un deserto, a delle città disabitate.

7. Preparo contro di te dei devastatori, armati ciascuno delle sue armi; essi abbatteranno i tuoi cedri più belli e li getteranno nel fuoco.

8. Molte nazioni passeranno presso questa città e ognuno dirà all’altro: ‘Perché l’Eterno ha fatto così a questa grande città?’.

9. E si risponderà: ‘Perché hanno abbandonato il patto dell’Eterno, del loro Dio, perché si sono prostrati davanti ad altri dèi, e li hanno serviti’”.

10. Non piangete per il morto, non vi affliggete per lui; ma piangete, piangete per chi se ne va, perché non tornerà più e non vedrà più il suo paese natìo.

11. Infatti così parla l’Eterno riguardo a Sallum, figlio di Giosia, re di Giuda, che regnava al posto di Giosia suo padre e che è uscito da questo luogo: “Egli non vi ritornerà più,

12. ma morirà nel luogo dove lo hanno deportato, e non vedrà più questo paese”.

13. “Guai a colui che costruisce la sua casa senza giustizia, e le sue camere senza equità; che fa lavorare il prossimo per nulla, non gli paga il suo salario

14. e dice: ‘Mi costruirò una casa grande e delle camere spaziose al piano di sopra’. Egli vi fa delle finestre, la riveste di legno di cedro e la dipinge di rosso!

15. Regni tu forse perché hai la passione del cedro? Tuo padre forse non mangiava e non beveva? Ma faceva ciò che è retto e giusto, e tutto gli andava bene.

16. Egli giudicava la causa del povero e del bisognoso, e tutto gli andava bene. Questo non è forse conoscermi?”, dice l’Eterno.

17. “Ma tu non hai occhi né cuore che per la tua avidità, per spargere sangue innocente e per fare oppressione e violenza”.

18. Perciò, così parla l’Eterno riguardo a Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda: “Non se ne farà cordoglio, dicendo: ‘Ahimè, fratello mio, ahimè sorella!’. Non se ne farà cordoglio, dicendo: ‘Ahimè, signore, ahimè sua maestà!’.

19. Sarà sepolto come si seppellisce un asino, trascinato e gettato fuori dalle porte di Gerusalemme”.

20. “Sali sul Libano e grida, alza la voce in Basan e grida dall’Abarim, perché tutti i tuoi amanti sono distrutti.

21. Io ti ho parlato al tempo della tua prosperità, ma tu dicevi: ‘Io non ascolterò’. Questo è stato il tuo modo di fare fin dalla tua infanzia; tu non hai mai dato ascolto alla mia voce.

22. Tutti i tuoi pastori saranno pastura del vento e i tuoi amanti saranno deportati; allora sarai svergognata, confusa, per tutta la tua malvagità.

23. Tu che abiti sul Libano, che ti annidi fra i cedri, come farai pietà quando ti coglieranno i dolori, le doglie pari a quelle di una donna che partorisce!

24. Com’è vero che io vivo”, dice l’Eterno, “anche se Conia, figlio di Ioiachim, re di Giuda, fosse un sigillo nella mia destra, io ti strapperei da lì.

25. Io ti darò in mano di quelli che cercano la tua vita, in mano di quelli dei quali hai paura, in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, in mano dei Caldei.

26. Scaccerò te e tua madre, che ti ha partorito, in un paese straniero dove non siete nati e là morirete.

27. Ma quanto al paese al quale desidereranno tornare, essi non vi torneranno”.

28. Questo Conia è dunque un vaso spezzato, infranto? È forse un oggetto che non fa più alcun piacere? Perché sono dunque scacciati, lui e la sua discendenza, lanciati in un paese che non conoscono?

29. O paese, o paese, o paese, ascolta la parola dell’Eterno!

30. Così parla l’Eterno: “Iscrivete quest’uomo come privo di figli, come un uomo che non prospererà durante i suoi giorni; perché nessuno della sua discendenza giungerà a sedersi sul trono di Davide, e a regnare ancora su Giuda”.

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