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Geremia 35 IRB20

« La fedeltà dei Recabiti contrapposta all’infedeltà di Giuda

1. Questa è la parola che fu rivolta a Geremia dall’Eterno, al tempo di Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda:

2. “Va’ alla casa dei Recabiti, e parla loro: conducili nella casa dell’Eterno, in una delle camere, e offri loro del vino da bere”.

3. Allora io presi Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabazzinia, i suoi fratelli, tutti i suoi figli e tutta la casa dei Recabiti,

4. e li condussi nella casa dell’Eterno, nella camera dei figli di Anan figlio di Igdalia, uomo di Dio, la quale era vicino alla camera dei capi, sopra la camera di Maaseia, figlio di Sallum, guardiano della porta;

5. e misi davanti ai figli della casa dei Recabiti dei vasi pieni di vino e delle coppe, e dissi loro: “Bevete del vino”.

6. Ma quelli risposero: “Noi non beviamo vino; perché Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, ce lo ha proibito, dicendo: ‘Non berrete mai vino, né voi né i vostri figli, per sempre;

7. e non costruirete case, non seminerete nessuna semenza, non pianterete vigne e non ne possederete nessuna, ma abiterete in tende tutti i giorni della vostra vita, affinché viviate a lungo nel paese dove state come stranieri’.

8. Noi abbiamo ubbidito alla voce di Ionadab, figlio di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi, quanto le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie;

9. non costruiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né semente;

10. abitiamo in tende e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Ionadab, nostro padre, ci ha comandato.

11. Ma quando Nabucodonosor, re di Babilonia, è salito contro il paese, abbiamo detto: ‘Venite, ritiriamoci a Gerusalemme, per paura dell’esercito dei Caldei e dell’esercito di Siria’. E così ci siamo stabiliti a Gerusalemme”.

12. Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia in questi termini:

13. “Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Va’ e di’ agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: ‘Non riceverete voi dunque la lezione, imparando a ubbidire alle mie parole?’, dice l’Eterno.

14. ‘Le parole di Ionadab, figlio di Recab, che comandò ai suoi figli di non bere vino, sono state messe in pratica; ed essi fino al giorno d’oggi non hanno bevuto vino, in ubbidienza all’ordine del padre loro; io vi ho parlato, parlato fin dal mattino, e voi non mi avete dato ascolto;

15. ho continuato a mandarvi ogni mattina tutti i miei servitori i profeti per dirvi: Convertitevi dunque ciascuno dalla sua via malvagia, correggete le vostre azioni, non andate dietro ad altri dèi per servirli, e abiterete nel paese che ho dato a voi e ai vostri padri; ma voi non avete prestato orecchio, e non mi avete ubbidito.

16. Sì, i figli di Ionadab, figlio di Recab, hanno messo in pratica l’ordine dato dal padre loro, ma questo popolo non mi ha ubbidito!’.

17. Perciò, così parla l’Eterno, l’Iddio degli eserciti, l’Iddio d’Israele: ‘Ecco, io faccio venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho pronunciato contro di loro, perché ho parlato loro ed essi non hanno ascoltato; perché li ho chiamati ed essi non hanno risposto’”.

18. Alla casa dei Recabiti Geremia disse: “Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: ‘Poiché avete ubbidito all’ordine di Ionadab, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi precetti e avete fatto tutto quello che egli vi aveva prescritto,

19. così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: A Ionadab, figlio di Recab, non verranno mai a mancare discendenti, che stiano sempre davanti alla mia faccia’”.

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