Geremia 39 IRB20
1. Quando Gerusalemme fu presa, il nono anno di Sedechia, re di Giuda, il decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme e la cinse d’assedio;
2. l’undicesimo anno di Sedechia, il quarto mese, il nono giorno, una breccia fu fatta nella città,
3. tutti i capi del re di Babilonia entrarono e si stabilirono alla porta di mezzo: Nergal-Sareser, Samgar-Nebu, Sarsechim, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti gli altri capi del re di Babilonia.
4. Quando Sedechia, re di Giuda, e tutta la gente di guerra li ebbero visti, fuggirono, uscirono di notte dalla città per la via del giardino reale, per la porta fra le due mura, e presero la via della pianura.
5. Ma l’esercito dei Caldei li inseguì e raggiunse Sedechia nelle campagne di Gerico. Lo presero, lo condussero su da Nabucodonosor, re di Babilonia, a Ribla, nel paese di Camat, dove il re pronunciò la sua sentenza su di lui.
6. Il re di Babilonia fece sgozzare i figli di Sedechia, a Ribla, sotto i suoi occhi; il re di Babilonia fece sgozzare pure tutti i notabili di Giuda;
7. poi fece cavare gli occhi a Sedechia e lo fece legare con una doppia catena di bronzo per condurlo a Babilonia.
8. I Caldei incendiarono la casa del re e le case del popolo, e abbatterono le mura di Gerusalemme;
9. e Nebuzaradan, capo delle guardie, deportò a Babilonia il residuo della gente che era ancora nella città, quelli che erano andati ad arrendersi a lui, e il resto del popolo.
10. Ma Nebuzaradan, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda alcuni dei più poveri fra il popolo i quali non avevano nulla, e diede loro in quel giorno vigne e campi.
11. Nabucodonosor, re di Babilonia, aveva dato a Nebuzaradan, capo delle guardie, quest’ordine riguardo a Geremia:
12. “Prendilo, veglia su lui, e non gli fare nessun male, ma comportati verso di lui come egli ti dirà”.
13. Così Nebuzaradan, capo delle guardie, Nebusazban, capo degli eunuchi, Nergal-Sareser, capo dei magi, e tutti i capi del re di Babilonia
14. mandarono a prendere Geremia, lo fecero uscire fuori dal cortile della prigione e lo consegnarono a Ghedalia, figlio di Aicam, figlio di Safan, perché fosse condotto a casa; così egli abitò fra il popolo.
15. La parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia in questi termini, mentre egli era rinchiuso nel cortile della prigione:
16. “Va’ e parla a Ebed-Melec l’etiope e digli: ‘Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Ecco, io sto per adempiere su questa città, per il suo male e non per il suo bene, le parole che ho pronunciato, e in quel giorno esse si avvereranno in tua presenza.
17. Ma in quel giorno io ti libererò’, dice l’Eterno; ‘tu non sarai dato in mano degli uomini che temi;
18. poiché, certo, io ti farò scampare e tu non cadrai per la spada; la tua vita sarà il tuo bottino, poiché hai posto la tua fiducia in me’, dice l’Eterno”.