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Giobbe 1 IRB20

Il prologo

1. C’era nel paese di Uz un uomo che si chiamava Giobbe. Quest’uomo era integro e retto; temeva Iddio e fuggiva il male.

2. Gli erano nati sette figli e tre figlie;

3. possedeva settemila pecore, tremila cammelli, cinquecento paia di buoi, cinquecento asine e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande di tutti gli Orientali.

4. I suoi figli erano soliti andare gli uni dagli altri e fare un banchetto, ciascuno nel suo giorno: e mandavano a chiamare le loro tre sorelle perché venissero a mangiare e a bere con loro.

5. Quando la serie dei giorni di banchetto era finita, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di loro, perché diceva: “Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Iddio nel loro cuore”. Giobbe faceva sempre così.

6. Un giorno accadde che i figli di Dio vennero a presentarsi davanti all’Eterno, e anche Satana venne in mezzo a loro.

7. L’Eterno disse a Satana: “Da dove vieni?”. Satana rispose all’Eterno: “Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa”.

8. L’Eterno disse a Satana: “Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male”.

9. Satana rispose all’Eterno: “È forse per nulla che Giobbe teme Iddio?

10. Non lo hai circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quello che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese.

11. Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia”.

12. L’Eterno disse a Satana: “Ecco, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stendere la mano sulla sua persona”. E Satana si ritirò dalla presenza dell’Eterno.

13. Un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie mangiavano e bevevano del vino in casa del loro fratello maggiore, giunse a Giobbe un messaggero a dirgli:

14. “I buoi stavano arando e le asine pascolavano lì vicino,

15. quando ecco i Sabei sono piombati loro addosso e li hanno portati via; hanno passato a fil di spada i servi, e solo io sono potuto scampare per venire a dirtelo”.

16. Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: “Il fuoco di Dio è caduto dal cielo, ha colpito le pecore e i servitori, e li ha divorati; e io solo sono potuto scampare per venire a dirtelo”.

17. Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: “I Caldei hanno formato tre bande, si sono gettati sui cammelli e li hanno portati via; hanno passato a fil di spada i servitori, e solo io sono potuto scampare per venire a dirtelo”.

18. Quello parlava ancora, quando ne giunse un altro a dire: “I tuoi figli e le tue figlie mangiavano e bevevano del vino in casa del loro fratello maggiore;

19. ed ecco che un grande vento, venuto dall’altra parte del deserto, ha investito i quattro canti della casa, che è caduta sui giovani, ed essi sono morti; solo io sono potuto scampare per venire a dirtelo”.

20. Allora Giobbe si alzò, si stracciò il mantello, si rase il capo, si prostrò a terra, adorò e disse:

21. “Nudo sono uscito dal grembo di mia madre, e nudo tornerò in grembo alla terra; l’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno”.

22. In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

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