Giobbe 3 IRB20
1. Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il giorno della sua nascita.
2. E prese a dire così:
3. “Scompaia il giorno che io nacqui e la notte in cui si disse: ‘È stato concepito un maschio!’.
4. Quel giorno si converta in tenebre, non se ne curi Iddio dall’alto, né splenda su di esso un raggio di luce!
5. Se lo riprendano le tenebre e l’ombra di morte, resti su di esso una fitta nuvola, le eclissi lo riempiano di paura!
6. Quella notte diventi preda di un buio cupo, non abbia la gioia di essere contata tra i giorni dell’anno, non entri nel novero dei mesi!
7. Quella notte sia notte sterile e non vi si oda grido di gioia.
8. La maledicano quelli che maledicono i giorni e sono esperti nell’evocare il drago.
9. Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, aspetti la luce e la luce non venga, e non contempli le palpebre dell’alba,
10. poiché non chiuse la porta del grembo che mi portava e non nascose l’affanno ai miei occhi.
11. Perché non morii nel seno di mia madre? Perché non spirai appena uscito dal suo grembo?
12. Perché trovai delle ginocchia per ricevermi e delle mammelle da allattare?
13. Adesso giacerei tranquillo, dormirei, e avrei così riposo
14. con i re e con i consiglieri della terra che si costruirono mausolei,
15. con i prìncipi che possedevano dell’oro e che riempirono d’argento le loro case;
16. o, come l’aborto nascosto, non esisterei, sarei come i feti che non videro la luce.
17. Là gli empi cessano di tormentare gli altri, là riposano gli stanchi;
18. là i prigionieri hanno pace tutti insieme, senza udire voce di carceriere.
19. Piccoli e grandi sono là insieme, e lo schiavo è libero dal suo padrone.
20. Perché dare la luce all’infelice e la vita a chi ha l’amarezza nell’anima,
21. i quali aspettano la morte che non viene, e la ricercano più dei tesori nascosti,
22. e si rallegrerebbero fino a giubilarne, esulterebbero se trovassero una tomba?
23. Perché dare vita a un uomo la cui via è oscura, e che Dio ha stretto in un cerchio?
24. Io sospiro anche quando prendo il mio cibo, e i miei gemiti si spandono come acqua.
25. Non appena temo un male, esso mi colpisce; e quello che mi spaventa, mi piomba addosso.
26. Non trovo tranquillità, né riposo, né pace, il tormento è continuo!”.