Giobbe 41 NR06
1. «Ecco, è vana la speranza di chi lo assale; basta scorgerlo e uno soccombe.
2. Nessuno è tanto ardito da provocarlo. E chi dunque oserà starmi di fronte?
3. Chi mi ha anticipato qualcosa perché io glielo debba rendere? Sotto tutti i cieli, ogni cosa è mia.
4. E non voglio tacere delle sue membra, della sua gran forza e della bellezza della sua armatura.
5. Chi l’ha mai spogliato della sua corazza? Chi è penetrato fra la doppia fila dei suoi denti?
6. Chi gli ha aperti i due battenti della gola? Intorno alla chiusura dei suoi denti sta il terrore.
7. Superbe sono le file dei suoi scudi, strettamente uniti come da un sigillo.
8. Uno tocca l’altro, tra loro non passa l’aria.
9. Sono saldati assieme, si tengono stretti, sono inseparabili.
10. I suoi starnuti danno sprazzi di luce; i suoi occhi sono come le palpebre dell’aurora.
11. Dalla sua bocca partono vampate, ne sprizzano fuori scintille di fuoco.
12. Dalle sue narici esce un fumo, come da una pentola che bolle o da una caldaia.
13. L’alito suo accende i carboni, una fiamma gli esce dalla gola.
14. Nel suo collo risiede la forza, davanti a lui si fugge terrorizzati.
15. Compatte sono in lui le parti flosce della sua carne, gli stanno salde addosso, non si muovono.
16. Il suo cuore è duro come il sasso, duro come la macina di sotto.
17. Quando si rizza, tremano i più forti, e dalla paura sono fuori di sé.
18. Invano lo si attacca con la spada; a nulla valgono lancia, giavellotto, corazza.
19. Il ferro è per lui come paglia; il bronzo, come legno tarlato.
20. La figlia dell’arco non lo mette in fuga; le pietre della fionda si mutano per lui in stoppia.
21. Stoppia gli pare la mazza e ride del fremere della lancia.
22. Il suo ventre è armato di punte acute, lascia come tracce d’erpice sul fango.
23. Fa bollire l’abisso come una caldaia, del mare fa come un gran vaso da profumi.
24. Si lascia dietro una scia di luce; l’abisso pare coperto di bianca chioma.
25. Non c’è sulla terra chi lo domi; è stato fatto per non avere paura.
26. Guarda in faccia tutto ciò che è eccelso, è re su tutte le belve più superbe».