Giobbe 7 IRB20
1. La vita dell’uomo sulla terra è una milizia; i suoi giorni sono simili ai giorni di un operaio.
2. Come lo schiavo desidera l’ombra e come l’operaio aspetta il suo salario,
3. così a me toccano mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore.
4. Appena mi corico, dico: ‘Quando mi alzerò?’. Ma la notte si prolunga, e mi sazio di agitazioni fino all’alba.
5. La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
6. I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.
7. Ricordati che la mia vita è un soffio! Il mio occhio non vedrà più il bene.
8. Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; i tuoi occhi mi cercheranno, ma io non sarò più.
9. La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà;
10. non tornerà più nella sua casa, e il luogo dove stava non lo riconoscerà più.
11. Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell’angoscia del mio spirito parlerò, mi lamenterò nell’amarezza della mia anima.
12. Sono io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?
13. Quando dico: ‘Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena’,
14. tu mi atterrisci con sogni, e mi spaventi con visioni;
15. così che l’anima mia preferisce soffocare, preferisce la morte a queste ossa.
16. Io mi sto consumando; non vivrò sempre; ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.
17. Che cosa è l’uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu ponga mente a lui,
18. lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ogni istante?
19. Quando cesserai di tenere lo sguardo fisso su di me? Quando mi darai tempo di inghiottire la mia saliva?
20. Se ho peccato, che ho fatto a te, o guardiano degli uomini? Perché hai fatto di me il tuo bersaglio? A tal punto che sono diventato un peso a me stesso?
21. E perché non perdoni le mie trasgressioni e non cancelli la mia iniquità? Poiché presto giacerò nella polvere; e tu mi cercherai, ma io non sarò più”.