Giosuè 8 IRB20
1. Poi l’Eterno disse a Giosuè: “Non temere, e non ti sgomentare! Prendi con te tutta la gente di guerra, alzati e sali contro Ai. Guarda, io do in tua mano il re di Ai, il suo popolo, la sua città e il suo paese.
2. E tu tratterai Ai e il suo re come hai trattato Gerico e il suo re; prenderete per voi soltanto il bottino e il bestiame. Tendi un’imboscata dietro la città”.
3. Giosuè dunque con tutta la gente di guerra si alzò per salire contro Ai. Egli scelse trentamila uomini valenti e prodi, li fece partire di notte, e diede loro quest’ordine:
4. “Ecco, tenderete un’imboscata dietro la città; non vi allontanate troppo dalla città, e siate tutti pronti.
5. Io e tutto il popolo che è con me ci accosteremo alla città; e quando essi usciranno contro di noi come la prima volta, ci metteremo in fuga davanti a loro.
6. Essi ci inseguiranno finché noi li avremo attirati lontano dalla città, perché diranno: ‘Essi fuggono davanti a noi come la prima volta’. E fuggiremo davanti a loro.
7. Voi allora uscirete dall’imboscata e vi impadronirete della città: l’Eterno, il vostro Dio, la darà nelle vostre mani.
8. E quando avrete preso la città, la incendierete; farete come ha detto l’Eterno. Badate bene, questo è l’ordine che io vi do”.
9. Così Giosuè li mandò, e quelli andarono al luogo dell’imboscata, e si fermarono fra Betel e Ai, a occidente di Ai; ma Giosuè rimase quella notte in mezzo al popolo.
10. La mattina, si alzò di buon’ora, passò in rivista il popolo, e salì contro Ai con gli anziani d’Israele, alla testa del popolo.
11. E tutta la gente di guerra che era con lui salì, si avvicinò, giunse di fronte alla città, e si accampò a nord di Ai. Tra lui e Ai c’era una valle.
12. Giosuè prese circa cinquemila uomini, con i quali tese un’imboscata fra Betel e Ai, a occidente della città.
13. E dopo che tutto il popolo ebbe preso l’accampamento a nord della città, e teso l’imboscata a occidente della città, Giosuè, durante quella notte, si spinse avanti in mezzo alla valle.
14. Quando il re di Ai vide questo, la gente della città si alzò in fretta di buon mattino; e il re e tutto il suo popolo uscirono contro Israele, per dargli battaglia al punto convenuto, al principio della pianura; perché il re non sapeva che c’era un’imboscata contro di lui dietro la città.
15. Allora Giosuè e tutto Israele, fingendo di essere battuti da quelli, si misero in fuga verso il deserto.
16. E tutto il popolo che era nella città fu chiamato a raccolta per inseguirli; e inseguirono Giosuè e furono attirati lontano dalla città.
17. Non ci fu uomo, ad Ai e a Betel, che non uscisse dietro a Israele. Lasciarono la città aperta e inseguirono Israele.
18. Allora l’Eterno disse a Giosuè: “Stendi verso Ai la lancia che hai in mano, perché io sto per dare Ai in tuo potere”. E Giosuè stese la lancia che aveva in mano verso la città.
19. E subito, appena ebbe steso la mano, gli uomini dell’imboscata uscirono dal luogo dove erano, entrarono di corsa nella città, la presero, e si affrettarono ad appiccarvi il fuoco.
20. E la gente di Ai, volgendosi indietro, guardò, ed ecco che il fumo della città saliva al cielo; e non ci fu per loro nessuna possibilità di fuggire né da una parte né dall’altra, perché il popolo che fuggiva verso il deserto si era voltato contro quelli che lo inseguivano.
21. Giosuè e tutto Israele, vedendo che quelli dell’imboscata avevano preso la città e che il fumo saliva dalla città, tornarono indietro, e batterono la gente di Ai.
22. Anche gli altri uscirono dalla città contro di loro; così furono presi in mezzo da Israele, avendo gli uni da un lato e gli altri dall’altro; e Israele li batté in modo che non rimase né superstite né fuggiasco.
23. Il re di Ai lo presero vivo, e lo portarono da Giosuè.
24. Quando Israele ebbe finito di uccidere tutti gli abitanti di Ai nella campagna, nel deserto dove quelli l’avevano inseguito, e tutti furono caduti sotto i colpi della spada finché non ne rimasero più, tutto Israele tornò verso Ai e la mise a fil di spada.
25. Tutti quelli che caddero in quel giorno, fra uomini e donne, furono dodicimila: vale a dire tutta la gente di Ai.
26. Giosuè non ritirò la mano che aveva steso con la lancia, finché non ebbe sterminato tutti gli abitanti di Ai.
27. Israele prese per sé soltanto il bestiame e il bottino di quella città, secondo l’ordine che l’Eterno aveva dato a Giosuè.
28. Giosuè bruciò dunque Ai e la ridusse per sempre in un mucchio di rovine, come è anche oggi.
L’altare sull’Ebal. La conferma del patto29. Quanto al re di Ai, lo impiccò a un albero, e lo lasciò lì fino a sera; ma al tramonto del sole Giosuè ordinò che il cadavere fosse calato dall’albero; lo gettarono all’ingresso della porta della città, e gli ammassarono sopra un gran mucchio di pietre, che rimane anche al giorno d’oggi.
30. Allora Giosuè costruì un altare all’Eterno, all’Iddio d’Israele, sul monte Ebal,
31. come Mosè, servo dell’Eterno, aveva ordinato ai figli d’Israele, e come sta scritto nel libro della legge di Mosè: un altare di pietre intatte sulle quali nessuno aveva passato ferro; e i figli d’Israele offrirono su di esso degli olocausti all’Eterno, e fecero dei sacrifici di ringraziamento.
32. E là, su delle pietre, Giosuè scrisse una copia della legge che Mosè aveva scritto in presenza dei figli d’Israele.
33. Tutto Israele, i suoi anziani, i suoi ufficiali e i suoi giudici stavano in piedi ai due lati dell’arca, di fronte ai sacerdoti levitici che portavano l’arca del patto dell’Eterno: gli stranieri come gli Israeliti di nascita, metà dal lato del monte Garizim, metà dal lato del monte Ebal, come Mosè, servo dell’Eterno, aveva precedentemente ordinato che si benedicesse il popolo d’Israele.
34. Dopo questo, Giosuè lesse tutte le parole della legge, le benedizioni e le maledizioni, secondo tutto ciò che è scritto nel libro della legge.
35. Non ci fu parola di tutto ciò che Mosè aveva comandato, che Giosuè non leggesse alla presenza di tutta la comunità d’Israele, delle donne, dei bambini e degli stranieri che camminavano in mezzo a loro.