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Lamentazioni 1 IRB20

Lamento del profeta e di Gerusalemme

1. Come mai siede solitaria la città una volta tanto popolata? È diventata simile a una vedova, lei che era grande fra le nazioni; è stata ridotta tributaria, lei che era principessa fra le province!

2. Essa piange, piange, durante la notte, le lacrime le rigano le guance; fra tutti i suoi amanti non ha chi la consoli; tutti i suoi amici l’hanno tradita, le sono diventati nemici.

3. Giuda è andato in esilio, gravato dall’afflizione e dalla dura schiavitù; abita in mezzo alle nazioni, non trova riposo; tutti i suoi persecutori l’hanno raggiunto mentre si trovava nelle avversità.

4. Le vie di Sion sono in lutto, perché nessuno viene più alle solenni convocazioni; tutte le sue porte sono deserte; i suoi sacerdoti sospirano, le sue vergini sono addolorate ed essa stessa è piena di amarezza.

5. I suoi avversari hanno preso il sopravvento, i suoi nemici prosperano; poiché l’Eterno l’ha afflitta per la moltitudine dei suoi peccati; i suoi bambini sono andati in schiavitù davanti al nemico.

6. Dalla figlia di Sion se n’è andato tutto il suo splendore; i suoi capi sono diventati come cervi che non trovano pascolo e se ne vanno spossati davanti a chi li insegue.

7. Nei giorni della sua afflizione, della sua vita errante, Gerusalemme si ricorda di tutti i beni preziosi che possedeva fin dai giorni antichi; ora che il suo popolo è caduto nelle mani del nemico e nessuno la soccorre, i suoi avversari la guardano e ridono del suo misero stato.

8. Gerusalemme ha gravemente peccato; perciò è diventata come una cosa impura; tutti quelli che la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la sua nudità; lei stessa sospira e volta la faccia.

9. La sua sozzura era nelle pieghe della sua veste; lei non pensava alla sua fine, perciò è caduta in modo sorprendente: non ha chi la consoli. “O Eterno, vedi la mia afflizione, poiché il nemico trionfa!”.

10. L’avversario ha steso la mano su quanto lei aveva di più caro; infatti ha visto i pagani entrare nel suo santuario, quei pagani riguardo ai quali tu avevi comandato che non entrassero nella tua assemblea.

11. Tutto il suo popolo sospira, cerca del pane; dà le sue cose più preziose in cambio di cibo per sopravvivere. “Guarda, o Eterno, vedi in che stato spregevole io sono ridotta!

12. Nulla di simile vi accada, o voi che passate di qui! Osservate, guardate se c’è dolore simile al dolore che mi tormenta e con il quale l’Eterno mi ha afflitta nel giorno della sua ira ardente.

13. Dall’alto egli ha scagliato un fuoco nelle mie ossa, che si è impadronito di esse; ha teso una rete ai miei piedi, mi ha rovesciata a terra, mi ha gettata nella desolazione, nel languore tutto il giorno.

14. La sua mano ha legato il giogo dei miei peccati, che s’intrecciano, gravano sul mio collo; egli ha fiaccato la mia forza; il Signore mi ha dato in mani alle quali non posso resistere.

15. Il Signore ha abbattuto dentro le mie mura tutti i miei prodi; ha riunito contro di me una grande moltitudine, per schiacciare i miei giovani; il Signore ha pigiato, come in un tino, la vergine figlia di Giuda.

16. Per questo io piango; i miei occhi, i miei occhi si sciolgono in lacrime, perché lontano da me è il consolatore che potrebbe ravvivare la mia vita. I miei figli sono desolati, perché il nemico ha trionfato”.

17. Sion stende le mani, ma non c’è nessuno che la consoli; l’Eterno ha comandato ai nemici di Giacobbe di circondarlo da tutte le parti. Gerusalemme è, in mezzo a loro, come una cosa impura.

18. “L’Eterno è giusto, poiché io mi sono ribellata alla sua parola. Ascoltate, o popoli tutti, e vedete il mio dolore! Le mie vergini e i miei giovani sono stati portati in schiavitù.

19. Io ho chiamato i miei amanti, ma essi mi hanno ingannata; i miei sacerdoti e i miei anziani hanno esalato l’ultimo respiro nella città mentre cercavano del cibo per sopravvivere.

20. Guarda, Eterno, come sono angosciata! Le mie viscere si commuovono, il cuore mi si sconvolge in seno, perché la mia ribellione è stata grave. Fuori, la spada mi priva dei miei figli; dentro c’è la morte.

21. Mi odono sospirare, ma non c’è chi mi consoli. Tutti i miei nemici hanno udito la mia sciagura e si rallegrano che tu abbia fatto questo. Tu farai venire il giorno che hai annunciato, e allora saranno come me.

22. Tieni presente tutta la loro malvagità e trattali come hai trattato me a causa di tutti i miei peccati! Poiché i miei sospiri sono numerosi e il mio cuore è languente”.

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