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Lamentazioni 4 IRB20

« Lamentazioni sulla sorte del popolo

1. Come mai si è oscurato l’oro, si è alterato l’oro più puro? Come mai le pietre del santuario si trovano sparse qua e là agli angoli di tutte le strade?

2. Come mai i nobili figli di Sion, pregiati come l’oro fino, sono reputati quali vasi di terra, opera di mani di vasaio?

3. Perfino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro piccoli; la figlia del mio popolo è divenuta crudele, come gli struzzi del deserto.

4. La lingua del lattante gli si attacca al palato, per la sete; i bambini chiedono del pane, e non c’è chi gliene dia.

5. Quelli che si nutrivano di cibi delicati cadono denutriti per le strade; quelli che erano allevati nella porpora abbracciano il letamaio.

6. Il castigo dell’iniquità della figlia del mio popolo è maggiore di quello del peccato di Sodoma, che fu distrutta in un attimo, senza che mano d’uomo la colpisse.

7. I suoi prìncipi erano più splendenti della neve, più bianchi del latte; avevano il corpo più vermiglio del corallo, il loro volto era uno zaffiro.

8. Il loro aspetto è ora più cupo del nero; non si riconoscono più per le vie; la loro pelle è attaccata alle ossa, è secca, è diventata come un legno.

9. Gli uccisi di spada sono stati più felici di quelli che muoiono di fame, poiché questi deperiscono estenuati per mancanza dei prodotti dei campi.

10. Mani di donne, sebbene pietose, hanno fatto cuocere i propri bambini che sono serviti loro di cibo, nella rovina della figlia del mio popolo.

11. L’Eterno ha esaurito il suo furore, ha riversato la sua ira ardente, ha acceso in Sion un fuoco, che ne ha divorato le fondamenta.

12. Né i re della terra né alcun abitante del mondo avrebbero mai creduto che l’avversario, il nemico, sarebbe entrato nelle porte di Gerusalemme.

13. Così è avvenuto a causa dei peccati dei suoi profeti, delle iniquità dei suoi sacerdoti, che hanno sparso in mezzo a lei il sangue dei giusti.

14. Essi vagavano come ciechi per le strade, sporchi di sangue, in modo che non si potevano toccare le loro vesti.

15. “Fatevi in là! Un impuro!”, si gridava al loro apparire; “Fatevi in là! Fatevi in là! Non lo toccate!”. Quando fuggivano, vagavano qua e là, e si diceva fra le nazioni: “Non restino più qui!”.

16. La faccia dell’Eterno li ha dispersi, egli non volge più verso di loro il suo sguardo; non si è portato rispetto ai sacerdoti né si è avuta pietà dei vecchi.

17. A noi si consumavano ancora gli occhi in cerca di un soccorso, aspettato invano; dai nostri posti di vedetta scrutavamo la venuta di una nazione che non poteva salvarci.

18. Si spiavano i nostri passi, impedendoci di camminare per le nostre piazze. “La nostra fine è prossima”, dicevamo: “I nostri giorni sono compiuti, la nostra fine è giunta!”.

19. I nostri persecutori sono stati più leggeri delle aquile dei cieli; ci hanno dato la caccia su per le montagne, ci hanno teso agguati nel deserto.

20. Colui che ci fa respirare, l’unto dell’Eterno, è stato preso nelle loro fosse; egli, del quale dicevamo: “Alla sua ombra noi vivremo fra le nazioni”.

21. Rallegrati, gioisci, o figlia di Edom, che abiti nel paese di Uz! Anche fino a te passerà la coppa; tu ti ubriacherai e ti denuderai.

22. Il castigo della tua iniquità è finito, o figlia di Sion! Egli non ti manderà più in esilio; egli punisce la tua iniquità, o figlia di Edom, mette allo scoperto i tuoi peccati.

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