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Luca 22 DB1885

« (Mat. 26.1-5,14-16 e rif.)

1. OR la festa degli azzimi, detta la pasqua, si avvicinava.

2. E i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano come lo farebbero morire, perciocchè temevano il popolo.

3. Or Satana entrò in Giuda, detto per soprannome Iscariot, il quale era del numero de' dodici.

4. Ed egli andò, e ragionò co' principali sacerdoti, e co' capitani, come egli lo metterebbe loro nelle mani.

5. Ed essi se ne rallegrarono, e patteggiarono con lui di dargli danari.

(Mat. 26.17-30 e rif.)

6. Ed egli promise di darglielo nelle mani; e cercava opportunità di farlo senza tumulto.

7. OR venne il giorno degli azzimi, nel qual conveniva sacrificar la pasqua.

8. E Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: Andate, apparecchiateci la pasqua, acciocchè la mangiamo.

9. Ed essi gli dissero: Ove vuoi che l'apparecchiamo?

10. Ed egli disse loro: Ecco, quando sarete entrati nella città, voi scontrerete un uomo, portando un testo pien d'acqua; seguitatelo nella casa ov'egli entrerà.

11. E dite al padron della casa: Il Maestro ti manda a dire: Ov'è la stanza, nella quale io mangerò la pasqua co' miei discepoli?

12. Ed esso vi mostrerà una gran sala acconcia; quivi apparecchiate la pasqua.

13. Essi dunque, andati, trovaron come egli avea lor detto, ed apparecchiaron la pasqua.

14. E quando l'ora fu venuta, egli si mise a tavola, co' dodici apostoli.

15. Ed egli disse loro: Io ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, innanzi che io soffra.

16. Perciocchè io vi dico che non ne mangerò più, finchè tutto sia compiuto nel regno di Dio.

17. Ed avendo preso il calice, rendè grazie, e disse: Prendete questo calice, e distribuitelo tra voi;

18. perciocchè, io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finchè il regno di Dio sia venuto.

19. Poi, avendo preso il pane, rendè grazie, e lo ruppe, e lo diede loro, dicendo: Quest'è il mio corpo, il quale è dato per voi; fate questo in rammemorazione di me.

20. Parimente ancora, dopo aver cenato, diede loro il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi.

21. Nel rimanente, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola.

22. E il Figliuol dell'uomo certo se ne va, secondo ch'è determinato; ma, guai a quell'uomo per cui egli è tradito!

(Mat. 20.25-28 e rif.)

23. Ed essi cominciarono a domandarsi gli uni gli altri, chi fosse pur quel di loro che farebbe ciò.

24. OR nacque ancora fra loro una contesa, chi di loro paresse che fosse il maggiore.

25. Ma egli disse loro: I re delle genti le signoreggiano, e coloro che hanno podestà sopra esse son chiamati benefattori.

26. Ma non già così voi; anzi, il maggiore fra voi sia come il minore, e quel che regge come quel che ministra.

27. Perciocchè, quale è il maggiore, colui ch'è a tavola, o pur colui che serve? non è egli colui ch'è a tavola? or io sono in mezzo di voi come colui che serve.

28. Or voi siete quelli che siete perseverati meco nelle mie tentazioni.

29. Ed io altresì vi dispongo il regno, siccome il Padre mio me l'ha disposto;

(Mat. 26.33-35 e rif.)

30. acciocchè voi mangiate, e beviate, alla mia tavola, nel mio regno; e sediate sopra de' troni, giudicando le dodici tribù d'Israele.

31. IL Signore disse ancora: Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di vagliarvi, come si vaglia il grano.

32. Ma io ho pregato per te, acciocchè la tua fede non venga meno; e tu, quando un giorno sarai convertito, conferma i tuoi fratelli.

33. Ma egli disse: Signore, io son presto ad andar teco, e in prigione, ed alla morte.

Le due spade

34. Ma Gesù disse: Pietro, io ti dico che il gallo non canterà oggi, prima che tu non abbi negato tre volte di conoscermi.

35. POI disse loro: Quando io vi ho mandati senza borsa, e senza tasca, e senza scarpe, avete voi avuto mancamento di cosa alcuna? Ed essi dissero: Di niuna.

36. Disse loro adunque: Ma ora, chi ha una borsa tolgala; parimente ancora una tasca; e chi non ne ha venda la sua vesta, e comperi una spada.

37. Perciocchè, io vi dico che conviene che eziandio questo ch'è scritto sia adempiuto in me: Ed egli è stato annoverato fra i malfattori. Perciocchè le cose, che sono scritte di me, hanno il lor compimento.

(Mat. 26.36-46 e rif.)

38. Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ed egli disse loro: Basta.

39. POI, essendo uscito, andò, secondo la sua usanza, al monte degli Ulivi; e i suoi discepoli lo seguitavano anch'essi.

40. E giunto al luogo, disse loro: Orate, che non entriate in tentazione.

41. Allora egli fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra;

42. e postosi in ginocchioni, orava, dicendo: Padre, oh! volessi tu trasportar da me questo calice! ma pure, non la mia volontà, me la tua sia fatta.

43. Ed un angelo gli apparve dal cielo confortandolo.

44. Ed egli, essendo in agonia, orava vie più intentamente; e il suo sudore divenne simile a grumoli di sangue, che cadevano in terra.

45. Poi, levatosi dall'orazione, venne ai suoi discepoli, e trovò che dormivano di tristizia.

(Mat. 26.47-56 e rif.)

46. E disse loro: Perchè dormite? levatevi, ed orate, che non entriate in tentazione.

47. ORA, mentre egli parlava ancora, ecco una turba; e colui che si chiamava Giuda, uno de' dodici, andava davanti a loro, e si accostò a Gesù per baciarlo; perciocchè egli avea loro dato questo segno: Colui chi io bacerò è desso.

48. E Gesù gli disse: Giuda, tradisci tu il Figliuol dell'uomo con un bacio?

49. E coloro ch'erano della compagnia di Gesù, veggendo che cosa era per avvenire, dissero: Signore, percoteremo noi con la spada?

50. Ed un certo di loro percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l'orecchio destro.

51. Ma Gesù fece lor motto, e disse: Lasciate, basta! E, toccato l'orecchio di colui, lo guarì.

52. E Gesù disse a' principali sacerdoti, ed a' capi del tempio, ed agli anziani, che eran venuti contro a lui: Voi siete usciti contro a me con ispade, e con aste, come contro ad un ladrone.

(Mat. 26.69-75 e rif.)

53. Mentre io era con voi tuttodì nel tempio, voi non metteste mai le mani sopra me; ma quest'è l'ora vostra, e la podestà delle tenebre.

54. ED essi lo presero, e lo menarono, e lo condussero dentro alla casa del sommo sacerdote; e Pietro lo seguitava da lungi.

55. Ed avendo essi acceso del fuoco in mezzo della corte, ed essendosi posti a sedere insieme, Pietro si sedette nel mezzo di loro.

56. Or una certa fanticella, vedutolo seder presso del fuoco, e guardatolo fiso, disse: Anche costui era con lui.

57. Ma egli lo rinnegò, dicendo: Donna, io nol conosco.

58. E, poco appresso, un altro, vedutolo, gli disse: Anche tu sei di quelli. Ma Pietro disse: O uomo, non sono.

59. E, infraposto lo spazio quasi d'un'ora, un certo altro affermava lo stesso, dicendo: In verità, anche costui era con lui; perciocchè egli è Galileo.

60. Ma Pietro disse: O uomo, io non so quel che tu dici. E subito, parlando egli ancora, il gallo cantò.

61. E il Signore, rivoltosi, riguardò Pietro. E Pietro si rammentò la parola del Signore, come egli gli avea detto: Avanti che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte.

(Mat. 26.57-68 e rif.)

62. E Pietro se ne uscì, e pianse amaramente.

63. E COLORO che tenevano Gesù lo schernivano, percotendolo.

64. E velatigli gli occhi, lo percotevano in su la faccia; e lo domandavano, dicendo: Indovina chi è colui che ti ha percosso.

65. Molte altre cose ancora dicevano contro a lui, bestemmiando.

66. Poi, come fu giorno, gli anziani del popolo, i principali sacerdoti, e gli Scribi, si raunarono, e lo menarono nel lor concistoro.

67. E gli dissero: Sei tu il Cristo? diccelo. Ed egli disse loro: Benchè io vel dica, voi nol crederete.

68. E se altresì io vi fo qualche domanda, voi non mi risponderete, e non mi lascerete andare.

69. Da ora innanzi il Figliuol dell'uomo sederà alla destra della potenza di Dio.

70. E tutti dissero: Sei tu adunque il Figliuol di Dio? Ed egli disse loro: Voi lo dite, perciocchè io lo sono.

71. Ed essi dissero: Che abbiam più bisogno di testimonianza? poichè noi stessi l'abbiamo udito dalla sua propria bocca.

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