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Luca 23 IRB20

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1. Poi tutta l’assemblea si alzò e lo condussero da Pilato.

2. E cominciarono ad accusarlo, dicendo: “Abbiamo trovato costui che sovvertiva la nostra nazione, vietava di pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Cristo re”.

3. Pilato lo interrogò, dicendo: “Sei tu il re dei Giudei?”. Ed egli, rispondendo, gli disse: “Tu lo dici”.

4. Allora Pilato disse ai capi sacerdoti e alla folla: “Io non trovo nessuna colpa in quest’uomo”.

Gesù davanti a Erode

5. Ma essi insistevano, dicendo: “Egli solleva il popolo insegnando per tutta la Giudea; ha cominciato dalla Galilea ed è giunto fin qui”.

6. Quando Pilato udì questo, domandò se quell’uomo fosse Galileo.

7. E, saputo che egli era della giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode, perché anche lui era a Gerusalemme in quei giorni.

8. Erode, come vide Gesù, se ne rallegrò grandemente, perché da lungo tempo desiderava vederlo, avendo sentito parlare di lui, e sperava di vedergli fare qualche miracolo.

9. Gli rivolse molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla.

10. Ora i capi sacerdoti e gli scribi stavano là, accusandolo con veemenza.

11. Erode, con i suoi soldati, dopo averlo insultato e schernito, lo vestì di un manto splendido e lo rimandò a Pilato.

12. In quel giorno, Erode e Pilato divennero amici, prima infatti erano stati nemici.

13. Pilato, riuniti i capi sacerdoti, i magistrati e il popolo, disse loro:

14. “Voi mi avete fatto comparire davanti quest’uomo come sovvertitore del popolo ed ecco, dopo averlo esaminato in vostra presenza, non ho trovato in lui nessuna delle colpe di cui lo accusate

15. e neppure Erode, poiché egli l’ha rimandato a noi; ed ecco, egli non ha fatto nulla che sia degno di morte.

16. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò”.

17. [Ora egli era in obbligo di liberare loro un carcerato in occasione della festa.]

18. Ma essi gridarono tutti insieme: “Fa’ morire costui e liberaci Barabba!”.

19. Barabba era stato messo in prigione a motivo di una insurrezione avvenuta in città e di un omicidio.

20. Pilato parlò loro di nuovo, desiderando liberare Gesù,

21. ma essi gridavano: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”.

22. Per la terza volta egli disse loro: “Ma che male ha fatto? Io non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò”.

23. Ma essi insistevano con gran grida, chiedendo che fosse crocifisso e le loro grida finirono con avere il sopravvento.

24. Allora Pilato sentenziò che fosse fatto quello che domandavano.

25. Liberò colui che era stato messo in prigione per insurrezione e omicidio e che essi avevano richiesto, ma abbandonò Gesù alla loro volontà.

26. Mentre lo portavano via, presero un certo Simone, Cireneo, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce perché la portasse dietro a Gesù.

27. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per lui.

28. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli.

29. Perché, ecco, vengono i giorni nei quali si dirà: ‘Beate le sterili, i grembiche non hanno partorito e i seni che non hanno allattato’.

30. Allora inizieranno a dire ai monti: ‘Cadeteci addosso’; e ai colli: ‘Copriteci’.

31. Poiché, se fanno queste cose al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?”.

32. Ora altri due, malfattori, erano condotti con lui per essere messi a morte.

33. Quando furono giunti al luogo detto “il Teschio”, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.

34. Gesù diceva: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Poi, dividendo le sue vesti, le trassero a sorte.

35. Il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si beffavano di lui, dicendo: “Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio!”.

36. E pure i soldati lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo:

37. “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!”.

38. Vi era anche questa iscrizione sopra il suo capo: “Questo è il Re dei Giudei”.

39. Uno dei malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”.

40. Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava e diceva: “Non hai nemmeno timore di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?

41. Per noi è giusto, perché riceviamo la giusta pena per le nostre azioni, ma costui non ha fatto nulla di male”.

42. E diceva: “Gesù, ricordati di me quando verrai nel tuo regno!”.

43. E Gesù gli disse: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso”.

44. Era circa l’ora sesta e si fecero tenebre per tutto il paese, fino all’ora nona, essendosi oscurato il sole.

45. La cortina del tempio si squarciò nel mezzo.

46. E Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito”. E, detto questo. spirò.

47. Il centurione, visto ciò che era accaduto, glorificava Dio, dicendo: “Veramente quest’uomo era giusto”.

48. E tutta la folla che assisteva a questo spettacolo, viste le cose che erano accadute, se ne tornava battendosi il petto.

49. Ma tutti i suoi conoscenti e le donne che lo avevano accompagnato dalla Galilea, stavano a guardare queste cose da lontano.

50. Ed ecco un uomo di nome Giuseppe, membro del Consiglio, uomo buono e giusto,

51. il quale non aveva consentito alla deliberazione e all’operato degli altri; egli era di Arimatea, città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio.

52. Si recò da Pilato e chiese il corpo di Gesù.

53. E, calatolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo pose in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto.

54. Era il giorno della Preparazione e stava per cominciare il sabato.

55. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea, avendo seguito Giuseppe, guardarono la tomba e come vi era stato deposto il corpo di Gesù.

56. Poi, tornate indietro, prepararono aromi e oli profumati. Durante il sabato si riposarono, secondo il comandamento.

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