Marco 12 IRB20
1. Poi cominciò a parlare loro in parabole: “Un uomo piantò una vigna, le fece attorno una siepe, vi scavò un luogo per pigiare l’uva e vi edificò una torre; l’affittò a dei vignaiuoli e se ne andò in viaggio.
2. A suo tempo mandò a quei lavoratori un servo per ricevere da loro dei frutti della vigna.
3. Ma essi, presolo, lo batterono e lo rimandarono a mani vuote.
4. Egli di nuovo mandò loro un altro servo e anche lui ferirono nel capo e insultarono.
5. Egli ne mandò un altro e anche quello uccisero; poi molti altri, dei quali alcuni picchiarono e alcuni uccisero.
6. Aveva ancora un unico figlio diletto e quello mandò loro per ultimo, dicendo: ‘Avranno rispetto per mio figlio’.
7. Ma quei lavoratori dissero fra loro: ‘Costui è l’erede; venite, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra’.
8. E, presolo, lo uccisero e lo gettarono fuori dalla vigna.
9. Che farà dunque il padrone della vigna? Egli verrà, distruggerà quei lavoratori e darà la vigna ad altri.
10. Non avete voi neppure letto questa Scrittura: ‘La pietra che gli edificatori hanno rifiutata, è quella che è diventata pietra angolare;
11. ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri’”?
12. Allora essi cercavano di prenderlo, ma temettero la folla, perché capirono che egli aveva detto quella parabola per loro e, lasciatolo, se ne andarono.
13. Gli mandarono alcuni dei farisei e degli Erodiani per coglierlo in fallo nelle sue parole.
14. Ed essi, venuti, gli dissero: “Maestro, noi sappiamo che tu sei sincero e non hai riguardi per nessuno, perché non guardi all’apparenza delle persone, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito pagare il tributo a Cesare o no? Dobbiamo darlo o non darlo?”.
15. Ma egli, conosciuta la loro ipocrisia, disse loro: “Perché mi tentate? Portatemi un denaro, che io lo veda”.
16. Essi glielo portarono ed egli disse loro: “Di chi è questa effigie e questa iscrizione?”. Essi gli dissero:
17. “Di Cesare”. Allora Gesù disse loro: “Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Ed essi si meravigliarono di lui”.
18. Poi vennero a lui dei sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e gli domandarono:
19. “Maestro, Mosè ci lasciò scritto che, se il fratello di uno muore e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie e dia una discendenza a suo fratello.
20. C’erano sette fratelli. Il primo prese moglie e, morendo, non lasciò discendenza.
21. Il secondo la prese e morì senza lasciare discendenza.
22. Così il terzo. E i sette non lasciarono discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna.
23. Nella risurrezione, quando saranno risuscitati, di chi di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta per moglie”.
24. Gesù disse loro: “Non è proprio per questo che errate, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?
25. Poiché, quando gli uomini risuscitano dai morti, né prendono né danno moglie, ma sono come angeli nei cieli.
26. Quanto poi ai morti e alla loro risurrezione, non avete voi letto nel libro di Mosè, nel passo del ‘pruno’, come Dio gli parlò dicendo: ‘Io sono il Dio di Abraamo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe’?
27. Egli non è il Dio dei morti, ma dei viventi. Voi errate grandemente”.
28. Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: “Qual è il comandamento primo fra tutti?”.
29. Gesù rispose: “Il primo è: ‘Ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore.
30. Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua e con tutta la forza tua’.
31. Il secondo è questo: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’. Non c’è nessun altro comandamento maggiore di questi”.
32. Lo scriba gli disse: “Hai detto bene Maestro, e secondo verità, che vi è un Dio solo e che all’infuori di lui non ce n’è alcun altro
33. e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto e con tutta la forza e amare il prossimo come te stesso è molto meglio che tutti gli olocausti e i sacrifici”.
34. E Gesù, vedendo che egli aveva risposto saggiamente, gli disse: “Tu non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno ardiva più interrogarlo.
35. Gesù, insegnando nel tempio, prese a dire: “Come mai gli scribi dicono che il Cristo è Figlio di Davide?
36. Davide stesso ha detto, per lo Spirito Santo: ‘Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi’.
37. Davide stesso lo chiama Signore, dunque come può essere suo figlio?”. E la folla numerosa lo ascoltava con piacere.
38. Nel suo insegnamento egli diceva: “Guardatevi dagli scribi, i quali amano passeggiare in lunghe vesti, essere salutati nelle piazze,
39. avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti,
40. essi, che divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere per apparenza. Costoro riceveranno una condanna maggiore”.
41. Postosi a sedere di fronte alla cassa delle offerte, [Gesù] stava guardando come la gente gettava denaro nella cassa; e molti ricchi ne gettavano assai.
42. Venuta una povera vedova, vi gettò due spiccioli che fanno un quarto di soldo.
43. E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico che questa povera vedova ha gettato nella cassa delle offerte più di tutti gli altri,
44. poiché tutti vi hanno gettato del superfluo, ma lei, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere”.