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Neemia 6 IRB20

« Nuovi ostacoli superati da Neemia. Compimento dell’opera

1. Quando Samballat, Tobia e Ghesem, l’Arabo, e gli altri nostri nemici ebbero udito che io avevo ricostruito le mura e che non era rimasta più nessuna breccia - sebbene allora io non avessi ancora messo i battenti alle porte -

2. Samballat e Ghesem mi mandarono a dire: “Vieni, e incontriamoci in uno dei villaggi della valle di Ono”. Essi pensavano di farmi del male.

3. Allora io inviai loro dei messaggeri per dire: “Sto facendo un grande lavoro, e non posso scendere. Perché dovrebbe interrompersi il lavoro mentre lo lascio per scendere da voi?”.

4. Essi mandarono a dirmi la stessa cosa quattro volte, e io risposi loro nello stesso modo.

5. Allora Samballat mi mandò a dire la stessa cosa una quinta volta per mezzo del suo servo che aveva in mano una lettera aperta,

6. nella quale stava scritto: “Corre voce fra queste nazioni, e Gasmu lo afferma, che tu e i Giudei meditate di ribellarvi; perciò tu ricostruisci le mura e, stando a ciò che si dice, tu dovresti diventare loro re,

7. e avresti perfino stabilito dei profeti per fare la tua proclamazione a Gerusalemme, dicendo: ‘C’è un re in Giuda!’. Ora questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque, e consultiamoci assieme”.

8. Ma io gli feci rispondere: “Le cose non stanno come tu dici, ma sei tu che le inventi!”.

9. Perché tutta quella gente ci voleva spaventare e diceva: “Le loro mani si rilasseranno e il lavoro non si farà più”. Ma tu, o Dio, fortifica ora le mie mani!

10. Io andai a casa di Semaia, figlio di Delaia, figlio di Metabeel, che si era rinchiuso là; ed egli mi disse: “Incontriamoci nella casa di Dio, dentro al tempio, e chiudiamo le porte del tempio; poiché essi verranno a ucciderti, e verranno a ucciderti di notte”.

11. Ma io risposi: “Un uomo come me può darsi alla fuga? Un uomo come me potrebbe entrare nel tempio e vivere? No, io non vi entrerò”.

12. Io compresi che egli non era mandato da Dio, ma aveva pronunciato quella profezia contro di me, perché Tobia e Samballat lo avevano pagato.

13. Lo avevano pagato per spaventarmi, indurmi ad agire in quel modo e a peccare, allo scopo di avere argomenti per farmi una cattiva reputazione e coprirmi di vergogna.

14. O mio Dio, ricordati di Tobia, di Samballat e di queste loro opere! Ricordati anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che hanno cercato di spaventarmi!

15. Le mura furono portate a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni.

16. E quando tutti i nostri nemici lo vennero a sapere, tutte le nazioni circostanti furono prese da timore e furono grandemente umiliate, perché riconobbero che quest’opera si era compiuta con l’aiuto del nostro Dio.

17. In quei giorni, anche dei notabili di Giuda mandavano frequenti lettere a Tobia, e ne ricevevano da Tobia,

18. poiché molti in Giuda erano legati a lui con giuramento, perché egli era genero di Secania figlio di Ara, e Iocanan, suo figlio, aveva sposato la figlia di Mesullam, figlio di Berechia.

19. Essi parlavano bene di lui perfino in mia presenza, e gli riferivano le mie parole. E Tobia mandava lettere per spaventarmi.

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