Neemia 8 IRB20
1. Tutto il popolo si radunò come un sol uomo sulla piazza che è davanti alla porta delle Acque, e disse a Esdra, lo scriba, che portasse il libro della legge di Mosè che l’Eterno aveva dato a Israele.
2. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea, composta di uomini, di donne e di tutti quelli che erano capaci di intendere.
3. E lesse il libro sulla piazza che è davanti alla porta delle Acque, dalla mattina presto fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne, e di quelli che erano capaci di intendere; e tutto il popolo tendeva l’orecchio per ascoltare il libro della legge.
4. Esdra, lo scriba, stava sopra una tribuna di legno, che era stata fatta apposta, e accanto a lui stavano, a destra, Mattitia, Sema, Anania, Uria, Chilchia e Maaseia; a sinistra, Pedaia, Misael, Malchia, Casum, Casbaddana, Zaccaria e Mesullam.
5. Esdra aprì il libro alla presenza di tutto il popolo, poiché stava in un posto più elevato; e, appena ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi.
6. Esdra benedisse l’Eterno, l’Iddio grande, e tutto il popolo rispose: “Amen, amen”, alzando le mani; si inchinarono, e si prostrarono con la faccia a terra davanti all’Eterno.
7. Iesua, Bani, Serebia, Iamin, Accub, Sabbetai, Odia, Maaseia, Chelita, Azaria, Iozabad, Anan, Pelaia e gli altri Leviti spiegavano la legge al popolo, e il popolo stava in piedi al suo posto.
8. Essi leggevano nel libro della legge di Dio distintamente e ne spiegavano il senso, per far capire al popolo quello che leggevano.
9. Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i Leviti che ammaestravano il popolo, dissero a tutto il popolo: “Questo giorno è consacrato all’Eterno, al vostro Dio; non fate cordoglio e non piangete!”. Poiché tutto il popolo piangeva, ascoltando le parole della legge.
10. Poi Neemia disse loro: “Andate, mangiate vivande grasse e bevete vini dolci, e mandate delle porzioni a quelli che non hanno nulla di preparato per loro; perché questo giorno è consacrato al nostro Signore; non vi rattristate; perché la gioia dell’Eterno è la vostra forza”.
11. I Leviti facevano fare silenzio a tutto il popolo, dicendo: “Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!”.
12. E tutto il popolo se ne andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni ai poveri, e a fare grande festa, perché avevano compreso le parole che erano state loro spiegate.
13. Il secondo giorno, i capifamiglia di tutto il popolo, i sacerdoti e i Leviti si radunarono presso Esdra, lo scriba, per esaminare le parole della legge.
14. Trovarono scritto nella legge che l’Eterno aveva dato per mezzo di Mosè, che i figli d’Israele dovevano abitare in capanne durante la festa del settimo mese,
15. e che in tutte le loro città e in Gerusalemme si doveva pubblicare questo bando: “Andate al monte e portate rami di olivo, rami di olivastro, rami di mirto, rami di palma e rami di alberi ombrosi, per fare delle capanne, come sta scritto”.
16. Allora il popolo andò fuori, portò i rami, e si fecero ciascuno la sua capanna sul tetto della propria casa, nei loro cortili, nei cortili della casa di Dio, sulla piazza della porta delle Acque e sulla piazza della porta di Efraim.
17. Così tutta l’assemblea di quelli che erano tornati dalla deportazione si fece delle capanne, e abitò nelle capanne. Dal tempo di Giosuè, figlio di Nun, fino a quel giorno, i figli d’Israele non avevano più fatto nulla di simile. E ci fu una grandissima gioia.
18. Esdra fece la lettura del libro della legge di Dio ogni giorno, dal primo all’ultimo; la festa si celebrò durante sette giorni, e l’ottavo ci fu una solenne assemblea, com’è prescritto.