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Numeri 11 IRB20

« Mormorii del popolo a Tabera. Il fuoco dell’Eterno

1. Ora il popolo cominciò a mormorare e questo dispiacque all’Eterno; e come l’Eterno li udì, la sua ira si accese, il fuoco dell’Eterno divampò fra loro e divorò l’estremità del campo.

2. E il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò l’Eterno, e il fuoco si spense.

Mormorii a Chibrot-Attaava. Le quaglie

3. E a quel luogo fu posto nome Tabera, perché il fuoco dell’Eterno era divampato fra loro.

4. E l’accozzaglia di gente raccogliticcia che era tra il popolo fu presa da concupiscenza; e anche i figli d’Israele ricominciarono a piagnucolare e a dire: “Chi ci darà da mangiare della carne?

5. Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto per nulla, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell’aglio.

6. Ma ora l’anima nostra è inaridita; non c’è più nulla! gli occhi nostri non vedono altro che questa manna”.

7. Ora la manna era simile al seme di coriandolo e aveva l’aspetto della resina gommosa.

8. Il popolo andava attorno a raccoglierla; poi la riduceva in farina con le macine o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere in pentole o ne faceva delle focacce, e aveva il sapore di una focaccia con l’olio.

9. Quando la rugiada cadeva sul campo, la notte, vi cadeva anche la manna.

10. E Mosè udì il popolo che piagnucolava, in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira dell’Eterno si accese gravemente e la cosa dispiacque anche a Mosè.

11. Allora Mosè disse all’Eterno: “Perché hai trattato così male il tuo servo? perché non ho trovato grazia agli occhi tuoi, che tu mi abbia messo addosso il carico di tutto questo popolo?

12. L’ho forse concepito io tutto questo popolo? l’ho forse dato alla luce io, che tu mi dica: ‘Portalo sul tuo seno’, come la balia porta il bimbo lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri?

13. Dove prenderei io della carne da dare a tutto questo popolo? Poiché piagnucola dietro di me dicendo: ‘Dacci da mangiare della carne!’.

14. Io non posso, da solo, portare tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me.

15. E se mi vuoi trattare così, uccidimi, ti prego; uccidimi, se ho trovato grazia agli occhi tuoi; e che io non veda la mia sventura!”.

16. E l’Eterno disse a Mosè: “Radunami settanta uomini degli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come aventi autorità su di esso; conducili alla tenda di convegno e si presentino con te.

17. Io scenderò e parlerò lì con te; prenderò dello spirito che è su te e lo metterò su loro, perché portino con te il carico del popolo, e tu non lo porti più da solo.

18. Quindi dirai al popolo: ‘Santificatevi per domani, e mangerete della carne, poiché avete pianto agli orecchi dell’Eterno, dicendo: Chi ci farà mangiare della carne? Stavamo bene in Egitto! Ebbene, l’Eterno vi darà della carne, e voi ne mangerete.

19. E ne mangerete, non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, ma per un mese intero,

20. finché vi esca per le narici e vi provochi nausea, poiché avete respinto l’Eterno che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché mai siamo usciti dall’Egitto?’”.

21. E Mosè disse: “Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti, e tu hai detto: ‘Io darò loro della carne, e ne mangeranno per un mese intero!’.

22. Si sgozzeranno per loro greggi e mandrie in modo che ne abbiano abbastanza? o si radunerà per loro tutto il pesce del mare in modo che ne abbiano abbastanza?”.

23. E l’Eterno rispose a Mosè: “La mano dell’Eterno è forse accorciata? Ora vedrai se la parola che ti ho detto si adempirà o no”.

24. Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole dell’Eterno; e radunò settanta uomini degli anziani del popolo e li dispose intorno alla tenda.

25. E l’Eterno scese nella nuvola e gli parlò; prese dello spirito che era su lui, e lo mise sui settanta anziani; e avvenne che, quando lo spirito si fu posato su loro, quelli profetizzarono, ma non continuarono.

26. Intanto, due uomini, l’uno chiamato Eldad e l’altro Medad, erano rimasti nell’accampamento, e lo spirito si posò su loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda; e profetizzarono nell’accampamento.

27. Un giovane corse a riferire la cosa a Mosè, e disse: “Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento”.

28. Allora Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè fin dalla sua giovinezza, prese a dire: “Mosè, signor mio, non glielo permettere!”.

29. Ma Mosè gli rispose: “Sei tu geloso per me? Oh! fossero pur tutti profeti nel popolo dell’Eterno, e volesse l’Eterno mettere su di loro il suo Spirito!”.

30. E Mosè si ritirò nell’accampamento, insieme con gli anziani d’Israele.

31. E un vento si alzò, per ordine dell’Eterno, e portò delle quaglie dalla parte del mare, e le fece cadere presso l’accampamento, sulla distesa di circa una giornata di cammino da un lato e una giornata di cammino dall’altro intorno al campo, e a un’altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo.

32. E il popolo si alzò, e tutto quel giorno e tutta la notte e tutto il giorno seguente raccolse le quaglie. Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci omer; e se le distesero tutto intorno al campo.

33. Ne avevano ancora la carne fra i denti e non l’avevano neppure masticata, quando l’ira dell’Eterno si accese contro il popolo, e l’Eterno percosse il popolo con una gravissima piaga.

34. E a quel luogo fu dato il nome di Chibrot-Attaava, perché vi si seppellì la gente che era stata presa dalla concupiscenza.

35. Da Chibrot-Attaava il popolo partì per Aserot, e ad Aserot si fermò.

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