Apocalisse 16 IRB20
1. Poi udii una gran voce dal tempio che diceva ai sette angeli: “Andate e versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio”.
2. Allora il primo andò e versò la sua coppa sulla terra, e un’ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine.
3. Poi il secondo angelo versò la sua coppa nel mare; esso divenne sangue come quello di un morto e ogni essere vivente che si trovava nel mare morì.
4. Poi il terzo angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle fonti delle acque e le acque diventarono sangue.
5. E udii l’angelo delle acque che diceva: “Sei giusto, tu che sei e che eri, tu, il Santo, per aver così giudicato.
6. Hanno sparso il sangue dei santi e dei profeti e tu hai dato loro da bere del sangue; è quello che meritano!”.
7. E udii l’altare che diceva: “Sì, o Signore Dio onnipotente, i tuoi giudizi sono veritieri e giusti”.
8. Poi il quarto angelo versò la sua coppa sul sole e al sole fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco.
9. E gli uomini furono arsi dal gran calore, e bestemmiarono il nome di Dio che ha il potere su queste piaghe e non si ravvidero per dargli gloria.
10. Poi il quinto angelo versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore
11. e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei loro dolori e delle loro ulcere, ma non si ravvidero dalle loro opere.
12. Il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate e l’acqua ne fu asciugata, affinché fosse preparata la via ai re provenienti dall'Oriente.
13. E vidi uscire dalla bocca del dragone, dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta tre spiriti immondi simili a rane,
14. perché sono spiriti di demòni che fanno dei segni e si recano dai re di tutto il mondo per radunarli per la battaglia del gran giorno del Dio Onnipotente.
15. (Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e serba le sue vesti perché non cammini nudo e non si vedano le sue vergogne).
16. Ed essi li radunarono nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon.
17. Poi il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: “È fatto”.
18. Allora ci furono lampi, voci e tuoni e ci fu un gran terremoto, tale che, da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte.
19. La grande città fu divisa in tre parti, le città delle nazioni caddero e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle il calice del vino del furore della sua ira.
20. Ogni isola fuggì e i monti non furono più trovati.
21. E cadde dal cielo sugli uomini una grandine enorme con chicchi del peso di circa un talento; gli uomini bestemmiarono Dio a causa della grandine, perché era un flagello veramente grande.