Zaccaria 11 NR06
1. Libano, apri le tue porte, e il fuoco divori i tuoi cedri!
2. Urla, cipresso, perché il cedro è caduto e gli alberi magnifici sono devastati! Urlate, querce di Basan, perché la foresta impenetrabile è abbattuta!
3. Si odono i lamenti dei pastori, perché la loro gloria è distrutta; si ode il ruggito dei leoncelli, perché le rive lussureggianti del Giordano sono devastate.
4. Così parla il Signore, il mio Dio: «Pasci le mie pecore destinate al macello,
5. quelle che i compratori uccidono senza rendersi colpevoli, delle quali i venditori dicono: “Sia benedetto il Signore, io mi arricchisco!”, quelle che i loro pastori non risparmiano affatto.
6. Poiché io non risparmierò più gli abitanti del paese», dice il Signore, «anzi, ecco, io abbandonerò gli uomini, ognuno in balìa del suo prossimo e in balìa del suo re; essi schiacceranno il paese e io non libererò nessuno dalle loro mani».
7. Allora io mi misi a pascolare le pecore destinate al macello, perciò le più misere del gregge. Mi presi due bastoni; chiamai l’uno Favore e l’altro Vincoli, e mi misi a pascolare il gregge.
8. Io soppressi tre pastori in un mese; persi la pazienza con loro e anche loro si erano disgustati di me.
9. Io dissi: «Non vi porterò più al pascolo; la moribonda muoia, quella che sta per perire perisca, e quelle che restano divorino l’una la carne dell’altra».
10. Presi allora il mio bastone Favore e lo spezzai, per annullare il patto che avevo stretto con tutti i popoli.
11. Quello fu annullato in quel giorno, e le pecore più misere del gregge, che mi osservavano, conobbero che quella era la parola del Signore.
12. Io dissi loro: «Se vi sembra giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare». Ed essi mi pesarono il mio salario: trenta sicli d’argento.
13. Il Signore mi disse: «Gettalo per il vasaio, questo magnifico prezzo con cui mi hanno valutato!» Io presi i trenta sicli d’argento e li gettai nella casa del Signore per il vasaio.
14. Poi spezzai l’altro bastone, Vincoli, per rompere la fratellanza fra Giuda e Israele.
15. Il Signore mi disse: «Prenditi anche gli arnesi di un pastore stolto.
16. Perché, ecco, io susciterò nel paese un pastore che non si curerà delle pecore che periscono, non cercherà le disperse, non guarirà le ferite, non nutrirà quelle che stanno in piedi, ma mangerà la carne delle grasse e strapperà loro perfino le unghie.
17. Guai al pastore stolto che abbandona il gregge! La spada gli colpirà il braccio e l’occhio destro. Il braccio gli si seccherà del tutto e l’occhio destro gli si spegnerà completamente».